Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
02/08/2011 04:00:00

Lo spettro delle trivellazioni si allontana da Marsala e si sposta tra Petrosino, Mazara e... Marsala

Qualche giorno fa il Ministero dell'Ambiente ha inviato una nota all'amministrazione Carini nella quale informava che la società petrolifera San Leon Energy ha rinunciato alle ricerche petrolifere nelle acque antistanti le coste marsalesi. Il sindaco si è sentito sollevato: “Lo scorso anno ho scritto una nota al Ministero in cui ho evidenziato che il progetto di ricerca contrastava con l’importanza turistica e naturalistica dell’area da esplorare, sottolineando altresì che il Mediterraneo ha un ricambio modestissimo e che le perforazioni interessavano una zona a rischio sismico”. Sulla questione si era anche espresso il Consiglio comunale che, all’unanimità, aveva chiesto di adottare le iniziative necessarie per evitare danni ecologici nel tratto di mare tra Favignana e Marsala”.

E' vero che la San Leon ha rinunciato all'area tra Favignana e Marsala, ma ha sempre intenzione di esplorare i fondali che si trovano a circa 30 km da Petrosino e Mazara e Marsala.

Facciamo un passo indietro. Nel 2010 il Ministero per lo sviluppo economico concede alla compagnia petrolifera pugliese San Leon Energy autorizzazioni per esplorare un totale di 1820 Km quadrati di fondali tra Favignana e Marsala, alle spalle delle Egadi ed a 30 km della costa tra Petrosino, Mazara, Selinunte e Sciacca. L'interesse della San Leon Energy a questo tratto di mare risale al 2008 e le prime autorizzazioni arrivano nel dicembre 2009, nonostante l'area fosse interessata da riserve naturali, da banchi corallini, da zone di pesca tra le più importanti d'Italia.

Si scatenò il finimondo e, per una volta, i politici della provincia di Trapani di ogni ordine e grado furono d'accordo sulla necessità di fermare ogni possibile ed eventuale trivellazione. Si fanno sentire anche dal Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che mette “fine” alla questione con il decreto legislativo 128/2010: la ricerca e l'estrazione di petrolio sono vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo l’intero perimetro costiero nazionale, 12 miglia in caso di zone di mare e costa protette. E' stato proprio questo decreto a raffreddare le intenzioni della San Leon.

Leggiamo del sito della compagnia:

San Leon has notified the Italian authorities that it is relinquishing two offshore Sicily permits. The Company has made the decision following the publication of a new Italian Environmental Law in June 2010 which placed tighter restrictions on oil and gas exploration within five nautical miles of the coast and twelve nautical miles of any protected environmental area. In effect, San Leon would not have gained an environmental authorisation to drill exploration or appraisal wells in two permit areas, D.352 CR-SL (Narciso) and D.354 CR-SL (Sciacca). The relinquishment will become effective upon publication of a notice in the official Italian Ministerial Gazette, B.U.I.G.. San Leon will continue to retain D.353 CR-SL (Narciso South) and its two onshore Po Valley assets Sorbolo and Sospiro.

In italiano significa che la San Leon abbandona le ricerche nelle aree .352 CR-SL (Narciso, come fu chiamato negli anni '80 quando apparteneva all'Agip) e D.354 CR-SL (Sciacca), ma mantiene tranquillamente altre tre posizioni in Italia, due nella valle del Po ed una davanti alle nostre coste. In pratica cambia poco o nulla. Un'eventuale attività estrattiva di idrocarburi, sia essa a circa 30 km da Petrosino o a 10 km da Marsala, comporta lo stesso livello di rischio per le nostre coste, cambia solo il versante. Il pericolo non è finito, anzi, c'è di più. Per l'area D.353 CR-SL, con un estensione di 220 km quadrati, la San Leon aspetta la valutazione di impatto ambientale, ma non è l'unica compagnia che spera di estrarre petrolio da quella zona.

La Northen Petroleum e l'Audax Enegy S.r.l. attendono il parere della Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie e la valutazione di impatto ambientale per esplorare l'area d 363 C.R-.AX (724,6 km quadrati) e l'area D 364 C.R-.AX (654,4 km quadrati).

Proprio ieri mattina il consigliere provinciale Ignazio Passalacqua (SEL) ha presentato un nuovo ordine del giorno, sottoscritto in maniera bipartisan da tutti gli altri consiglieri, in cui chiede all’amministrazione Provinciale di attivarsi urgentemente per produrre, entro il termine del 30 agosto, tutte le osservazioni necessarie per la valutazione d’impatto ambientale richiesta dall'Audax presso il Ministero delle Sviluppo Economico, per evitare che vengano rilasciate concessioni ad effettuare dette ricerche petrolifere nei mari siciliani.

In pratica a pochi chilometri da Marsala, Petrosino e Mazara c'è un un tratto di mare largo quasi 1600 km quadrati che fa gola a tre compagnie, con il rischio che avranno accordato il permesso di effettuare le ricerche. Perchè? Lo stesso Ministero dell'Ambiente che ha rassicurato il sindaco Carini ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale del programma di trivellazioni che interessa anche il mare antistante le isole Tremiti. Il Wwf Italia e altre associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso al Tar del Lazio e la società Petroceltic Spa si è impegnata a non svolgere alcuna attività di trivellazione per la ricerca di idrocarburi nel mare delle Isole Tremini fino al 22 marzo prossimo, data della decisione. Altro che sollievo...