nel quale, secondo l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura, nel 2010 in Italia sono state commercializzate 900mila tonnellate di pesce per un ricavo di circa 1.167 milioni di euro. Di queste solo 231mila sono state pescate nel “nostro” mare. Tutto il resto arriva dall'estero. Ma la qualità è scarsa, il prodotto non è tracciato e spacciato per pesce del Mediterraneo.
"Ritengo offensivo e denigratorio per la marineria italiana e mazarese in particolare - dichiara Nicola Lisma - sostenere che il prodotto ittico commercializzato è tutto o quasi “taroccato”. E’ indubbio che la ricerca effettuata dall'Istituto di ricerche economiche per la pesca e l'acquacoltura è preoccupante, ma è altrettanto indubbio che la marineria italiana è composta da armatori e pescatori seri che con grandi sforzi e sacrifici cercano di sbarcare il lunario pescando in condizioni di massima difficoltà nel mar mediterraneo. Il prodotto pescato dai nostri pescherecci è di estrema qualità grazie alla tipicità della flora e delle correnti del “mare nostrum”, e questo è riconosciuto dai massimi esperti mondiali del settore. E seppur il nostro prodotto ittico non ha un marchio di qualità riconosciuto nei fatti lo è. Nelle pescherie e nei mercati italiani si trova il nostro pesce ma, a causa della globalizzazione, si trova anche quello estero. Bisogna affidarsi all’onestà di chi lo commercializza – continua Lisma - per essere sicuri di ciò che si sta acquistando. Sicuramente vanno combattute le frodi, i disonesti che pur di trarne profitto spacciano il prodotto proveniente dall’estero per il nostro. Il triste fenomeno, purtroppo, non riguarda solamente i commercianti ma anche i ristoratori che sempre più frequentemente offrono dei piatti a base di pesce spacciandolo per prodotto del Mediterraneo, rammarica ancor di più quando questo avviene anche nei locali siti nelle marinerie più importanti compreso quella di Mazara del Vallo. Già da Assessore provinciale alla Pesca, assieme al Presidente Turano – conclude Nicola Lisma - abbiamo realizzato il progetto “miglio zero” proprio per combattere questo fenomeno, promuovendo il nostro prodotto ittico con tutte le peculiarità agroalimentari del nostro territorio coinvolgendo i ristoranti che hanno adottato il menù a miglio zero".