“Nessuno mi ha mai chiesto denaro, pizzo o quant'altro. Non ho mai subito un atto intimidatorio. Al massimo ho regalato qualche caramella e 5 euro a uno che chiedeva l'elemosina. Il fatto è che la gente è invidiosa, e siccome ora sto aprendo un nuovo punto vendita, a qualcuno la cosa potrebbe non essere piaciuta”. Nessuna richiesta di pizzo, dunque. Invidia, ma di quella cattiva. La famiglia Impiccichè è molto benvoluta nella zona, ha molti clienti e ce ne accorgiamo anche dai tanti passanti che si fermano a parlare con i titolari per chiedere informazioni sull'accaduto e dare un minino di sostegno morale alla famiglia. A breve inaugurerà un nuovo punto vendita in contrada Bambina, cosa che presumibilmente non è stata gradita.
Il chiosco per loro era come una casa, infatti avevano allestito una piccola cucina per preparare il pranzo e rimanere a lavorare fino a sera. Chi ha appiccato l'incendio sapeva che dietro il chiosco c'era una bombola a gas collegata ad un piccolo piano cottura: ha tagliato il tubo, ha buttato un cerino e dopo cinque minuti non c'era più nulla.
“Tra qualche giorno faremo una festa – aggiunge la figlia di Impiccichè -. Vogliamo inaugurare il nuovo chiosco senza pensare a questa brutta esperienza. Siete tutti invitati”. E sorride, nonostante una scenografia di pali bruciati.