Ad affermarlo è uno che di mafia se ne intende, visto che da anni il suo mestiere è combatterla: è il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, che commentando il mancato finanziamento (tra le misure della manovra approvata dal Consiglio dei Ministri ) del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti ha affermato che ”si trattava di un mezzo utile per registrare i movimenti dei rifiuti, peraltro previsto dalla legislazione comunitaria, che poteva evitare gli abusi del sistema cartaceo.
Se si considera che Legambiente ha più volte denunciato come l’80per cento dei rifiuti speciali sparisca nel nulla”, ha aggiunto Piero Grasso, “si può comprendere facilmente come la cancellazione di un simile sistema di controllo sia un regalo alle ecomafie”.