La segnalazione è avvenuta alle 14 e 30. Il peschereccio ha comunicato la sua posizione: 15 miglia a nord - ovest dell'isola, dunque in pieno Canale di Siclia. Ma i primi mezzi arrivati sul posto non hanno trovato traccia del barcone. Le condizioni meteo marine sono ottime (ed è per questo che negli ultimi giorni gli sbarchi di migranti sono ripresi soprattutto a Lampedusa), ma è molto strano che un barcone, così carico, preferisca addirittura seguire la rotta di Mazara de Vallo che la meta più vicina delle isole Pelagie.
La cosa singolare è che, nelle more della ricerca, i mezzi della Guardia di Finanza hanno indivuduato altri due barconi. Il primo era con poche persone a bordo, tredici, pare di nazionalità tunisina, e diretti effettivamente a Mazara del Vallo. Il secondo invece, è stato avvistato dall'arere della Guardia di Finanza. Trecento persone a bordo, ma più di 50 miglia a sud di Lampedusa, tra l'altro in acque maltesi.
La crisi africana ha spinto il premier Silvio Berlusconi a emanare un decreto pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale che estende non solo ai paesi nordafricani lo stato di emergenza umanitaria disposto lo scorso 7 aprile per "l'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa". Il decreto - proposto dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli - richiama la nota con cui il "Commissario straordinario della Croce Rossa italiana ha rappresentato la gravissima situazione in cui versa il Corno d'Africa in cui è in atto la peggiore crisi umanitaria degli ultimi 60 anni". Rileva inoltre che "oltre 12 milioni di persone tra Somalia, Etiopia, Kenya, Gibuti e Uganda sono state colpite dalla carestia" e questa situazione di emergenza "si sta allargando ad altri Paesi limitrofi".