O il 22 o il 29 agosto. Giusto il tempo per l’ultima grigliata domenicale.
È tutto pronto quindi. Nessun intoppo, lo hanno ripetuto spesso Carini e D’Orazio. Il contratto con la ditta che eseguirà gli abbattimenti, la Sicil Costruzioni di Alcamo, è stato firmato il 3 agosto scorso infatti.
Carini un paio di settimane fa aveva azzerato le speranze degli “spontanei” (così si sono definiti i proprietari delle case abusive), che si erano presentati in una cinquantina in Comune a protestare, dicendo che non poteva bloccare le demolizioni delle 22 case, d’altronde è la legge che le impone. E solo una legge regionale, quindi, avrebbe potuto sospendere tutto. Tra l’altro in regione, con l’Assessorato Territorio e Ambiente, si erano già espressi sulla necessità di demolire. Ma per una fatica legislativa di questo tipo servirà molto tempo e questo primo blocco a questo punto è proprio spacciato. E dopo?
Dopo arriveranno in consiglio comunale le relazioni di altre 28 case abusive. Per queste, come è successo per le prime 22, i consiglieri dovranno convalidarne la demolizione o decidere di usarle per fini collettivi. E poi? Poi ne rimangono tante altre che devono essere demolite per recuperare una costa negli anni violentata dalla cementificazione selvaggia, cosa comune 30 anni fa. L’Ufficio abusivismo del settore Territorio e Ambiente ha individuato 509 case abusive costruite entro il limite dei 150 metri dalla battigia. Con gli altri casi di abusivismo edilizio, a Marsala, ci sarebbero più di 2500 immobili non sanabili.
La maggior parte degli immobili che verranno abbattuti in questa prima tranche si concentrano nel versante nord della città, come risulta dalla relazione di febbraio settore Territorio Ambiente che elenca proprietari e ubicazione degli immobili. Ossia: Genna Giovanni 23/03/36, C/da Spagnuola; Rallo Francesca 25/07/48, C/da Spagnuola; Imperiale Antonietta 04/03/22, Via Lungomare Mediterraneo; Giacalone Pasqua Giuseppa 04/01/40, C/da Spagnuola; Rallo Rosa 24/11/50, C/da Berbaro Rina; Buffa Antonino 22/03/15, C/da Birgi Sottano; Salone Vincenzo 24/08/52, C/da Birgi Sottano; Di Nicola Antonino 22/02/26, C/da Birgi Sottano; Errera Vincenzo 12/07/43, C/da Spagnuola; Errera Giuseppe 23/11/46, C/da Spagnuola; Scalia Giovanni 24/04/49, C/da Spagnuola; Genna Gioacchino 17/04/46, C/da S Teodoro; Russo Antonino 03/02/20, C/da S Teodoro; Angileri Rosa 22/02/29, C/da Spagnuola; Chiolo Leonardo 26/11/24, C/da Birgi Sottano; Licari Giuseppe 22/02/36, C/da S Teodoro; Sciacca Salvatore 01/01/14, C/da S. Teodoro; Noto Vincenzo 25/11/52, C/da Marausa; Noto Maria Rosa 01/01/56, C/da Marausa; Canino Mario Antonio 29/08/49, C/da Marausa; Barraco Pietro 13/04/51, C/da Berbaro Rina; Gandolfo Antonino 24/08/31, C/da Fossarunza.
Ricordiamo che l’iter è stato lunghissimo. Solo a febbraio è arrivato il progetto esecutivo dei lavori dopo anni di sentenze del Tar e di passaggi a vuoto in consiglio comunale, con la procura che è scesa in campo per verificare eventuali sabotaggi. In questi mesi il comitato “Salviamo le nostre case” si è dato un gran da fare per bloccare tutto. Ma, visti gli imminenti abbattimenti, non è stato abbastanza. Eppure avevano tanti politici dalla loro parte.
Francesco Appari