E invece qualcuno che non la pensa come lui, con un paio di mosse, gli ha fatto scacco. E i manifesti sono diventati: "Ma qua è mafia". Vittorio Sgarbi, Sindaco di una città che non conosce calma, va su tutte le furie. Il tarocco gli va di traverso.
Il primo cittadino di Salemi, nei giorni scorsi, aveva fatto affiggere un grande manifesto in piazza Libertà con la scritta, a caratteri cubitali, «Ma quale mafia! Cittadini, ribellatevi». Ma la frase, oggi, con alcune piccole manomissioni, è diventata «Ma qua è mafia, cittadini ribellatevi!». E quella che era la firma del critico d'arte, «Il sindaco», ha preso la forma, con una lettera cambiata, di un'incitazione a ribellarsi, appunto, proprio «Al sindaco» stesso. E così Sgarbi, che con la sua iniziativa aveva inteso incitare i cittadini ad esercitare senso critico sulle ricostruzioni «fantasiose, suggestive, spesso completamente false» a suo parere contenute in alcuni rapporti di polizia giudiziaria dell’indagine «Salus Iniqua» relativi ai presunti «tentativi di condizionamento dell’attività amministrativa», oggi è pronto a presentare un esposto contro ignoti per denunciare quello che, dice, «Non mi pare uno scherzo, ma una ulteriore diffamazione della città».
IL SINDACO: «LETAME DAPPERTUTTO» - Alcuni elementi utili all'individuazione degli autori della «taroccatura» del manifesto istituzionale, probabilmente avvenuta nella notte tra il 13 e 14 agosto, potrebbero provenire dalle registrazioni delle telecamere di una banca poco lontana. «C’è chi sparge letame dappertutto», dice Sgarbi, perché utilizzare uno spazio istituzionale del Comune di Salemi per dire che c’è la mafia, è un oltraggio al Comune, alle sue istituzioni, ai suo rappresentanti, ai cittadini umiliati dalla retorica dell’antimafia di carriera. La violenza di chi vede la mafia anche là dove non c’è, e dunque la inventa, è peggio della mafia», continua Sgarbi, citando anche Sciascia: «Un'idea morta produce più fanatismo di un'idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce. Poiché gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte». «Certo», conclude Sgarbi, «se l’intenzione voleva essere una urla, mi auguro che l’autore, gli autori ed eventuali suggeritori degli esecutori materiali, lo dicano subito facendo pubblica ammenda, perché ho già dato incarico di presentare una denuncia».
LA VICENDA - Il manifesto intanto è stato coperto con un altro che pubblicizza l’esposizione al «Museo del Paesaggio», per la prima volta in Sicilia, del capolavoro di Paul Cézanne, «Maison et bosquet». Ma solo per pochi giorni, giusto il tempo che la tipografia ristampi quello contro la mafia voluto da Sgarbi e che, tra l’altro, sarà collocato in diversi punti della città. Sull’episodio la Polizia Municipale ha già redatto un verbale che sarà inviato nelle prossime ore all’autorità Giudiziaria. La settimana scorsa, il sindaco Sgarbi aveva annunciato anche una sua denuncia contro il questore di Trapani Carmine Esposito e il comandante dei carabinieri della Stazione di Salemi, a suo avviso autori di indagini «profondamente corrotte, perché senza alcun riscontro oggettivo» che trasformerebbero «maldicenze e chiacchiericcio in ipotesi di reato, episodi trasparenti in occulti», a proposito della presunta pressione mafiosa esercitata sull'amministrazione locale. Pressione che il sindaco nega sia mai esistita.