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22/09/2011 05:03:00

Demolizioni e scintille. Carini: "Da Lombardo slealtà istituzionale"

C’erano tutte le forze dell’ordine schierate (polizia in assetto antisommossa, vigili urbani, carabinieri, guardia di finanza) quando intorno alle 12:30 i mezzi della Sicil Costruzioni di Alcamo sono arrivati sul luogo dove sorgeva la costruzione abusiva (a tutti gli effetti un rudere mai terminato e mai abitato) nel lungomare Spagnola. Accolti da una folla meno consistente e più rassegnata di quella di lunedì hanno proceduto all’abbattimento intorno alle 13. Il primo colpo di pala alla costruzione è stato accompagnato da un applauso ironico dei presenti.  
Non c’era Katia Bucaria, Presidente del consiglio comunale di Trapani, che ha fatto da portavoce agli abusivi in questi giorni. Ha pero telefonato e portato la notizia che Presidente della Regione Raffaele Lombardo  in mattinata aveva scritto scritto al Sindaco di Marsala Renzo Carini.  Lombardo che lunedì a Trapani è stato informato dagli stessi abusivi della situazione e aveva detto che non poteva fare nulla per fermare le demolizioni e che comunque avrebbe telefonato a Prefetto e Questore. Tra l’altro lo stesso Governatore non è sembrato molto convinto di mettere mano a un disegno di legge per dargli una spinta o addirittura fare un decreto lampo.  Gli ambientalisti avrebbero protestato “e non a torto”, ha spiegato.
Ebbene, ieri mattina Lombardo è intervenuto in extremis scrivendo a Carini. Ma, come era aspettabile, nulla poteva farsi. Anche se gli abusivi speravano in uno slittamento di 60 giorni per fare approvare all’Ars la legge presentata Ruggirello e Musotto.
Ma la scena che per certi versi ha dato l’immagine di come si è cercato in maniera goffa di fare prevalere la politica alla legge è stata quella degli abusivi che si affrettavano per stampare il fax di Lombardo. Una volta stampato il fax, un foglio di carta, veniva sventolato a destra e manca come se portasse con sé il potere di bloccare tutto. Quando, concretamente, la missiva di Lombardo non proponeva nulla di rilevante. Ecco, ancora una volta dinanzi all’evidenza dei fatti, che vedevano le ruspe già quasi pronte per demolire su ordine semplicemente della legge, la politica ha cercato di mettersi davanti e maldestramente si è speculato sulle speranze degli abusivi.
Tra l’altro la risposta di Carini, si legge fra le righe, è stata molto seccata. Anche perché era stata la stessa Regione a dirimere un anno fa il rimpallo di responsabilità tra Consiglio comunale e Amministrazione dando la “direttiva” di procedere agli abbattimenti, ed era stata la Regione a dire all’Amministrazione, nei mesi scorsi, di accelerare il passo. Insomma quella di Lombardo è sembrata una mossa fatta con poca convinzione e molta faciloneria.

Ecco cosa ha scritto Lombardo a Carini:
‹‹Nel corso di una mia recente visita a Trapani ho incontrato, su loro richiesta, alcuni componenti della Associazione “Salviamo le nostre case” di Marsala i quali mi hanno espresso preoccupato allarme per le operazioni di demolizione di loro abitazioni site nella parte di fascia costiera di quel Comune.
Pur non conoscendo le vicende e i procedimenti nel tempo intervenuti sul tema, mi è noto che è in avanzato corso, presso la competente Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana, l’esame di disegni di legge riferiti al riordino delle coste.
I miei interlocutori hanno, a riguardo, rilevato che l’approvazione potrebbe incidere sulla condizione di diritto degli immobili interessati, e, ciò anche nella fase esecutiva delle previste demolizioni.
Tanto mi pare opportuno rappresentare alle SS.LL. per ogni eventuale valutazione, nella considerazione dei tempi del percorso legislativo e dei diversi profili, anche di ordine pubblico, che investono la questione.
Questa Presidenza contestualmente si impegna a farsi carico di acquisire presso gli Uffici dell’Assemblea Regionale Siciliana ogni ulteriore informazione sullo stato di avanzamento dell’iter approvativo degli accennati disegni di legge››.

E di seguito la risposta del Sindaco di Marsala:
 ‹‹La s.s., con la richiamata nota, mi ricorda l’esistenza di disegni di legge in corso di esame presso l’Ars che potrebbero “…incidere sulla condizione di diritto degli immobili interessati …anche nella fase esecutiva delle previste demolizioni”.
Tale sua rappresentazione non aggiunge niente di nuovo alla situazione di fatto e di diritto attualmente esistente, dal momento che, come le è certamente noto, non ha alcuna refluenza sui procedimenti esecutivi da tempo, dolorosamente, avviati dall’amministrazione comunale, in esecuzione di una normativa regionale in vigore.
Pe altro, allo stato, dopo lo svolgimento di lunghe procedure amministrative, avviate da diversi mesi, la fase esecutiva delle ordinanze di demolizione, in mancanza di norme di legge regionale e/o nazionale in vigore, rimane fuori dall’ambito del sindaco e/o del dirigente comunale, essendo rimessa l’esecuzione delle stesse all’impresa aggiudicataria e consegnataria dei lavori, nonché alle forze dell’ordine chiamate, per legge, a garantire lo svolgimento dei lavori medesimi.
La nota a sua firma, non aggiunge nulla di nuovo all’impianto normativo ed amministrativo esistente, introducendo pericolosi elementi di slealtà istituzionale con effetti non controllabili.
Tale stato di fatto le è stato rappresentato sia dal Prefetto di Trapani che dal sottoscritto. In presenza dei presupposti a lei noti e comunicati, la s.s.  è inviata a valutare la possibilità di emettere provvedimenti di urgenza, questi si in grado di incidere effettivamente sui procedimenti amministrativi e sulle vigenti norme già in avanzato stato di esecuzione.
In mancanza di concreti atti amministrativi e/o legislativi di sua competenza, ogni altro intervento no  fa altro che ingenerare confusione e false aspettative, con possibili gravi conseguenze in capo ai rappresentanti delle istituzioni che attualmente operano sul territorio, correndo il rischio di contrapporre istituzioni ad istituzioni››.

Quella demolita ieri, ricordiamo, è la prima di una lista che ne comprende 22 e che sarebbe il primo blocco di demolizioni di 509 case abusive perché costruite entro il limite stabilito dalla legge del 1976 (150 metri dalla battigia).