Sfatato mito: il 90% dei casi di alitosi dipende dalla bocca e non, come comunemente si crede, da patologie gastro-intestinali o delle vie aeree. A spiegarlo è Saverio Giovanni Condo’, direttore del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università di Roma ”Tor Vergata”: ”Il 90% dei casi di alitosi dipende dalla bocca, e di queste il 50% è dovuto a patologie del cavo orale e a restauri incongrui. Il rimanente 10% può invece dipendere da patologie gastro-intestinali (reflusso gastro-esofageo, stenosi pilorica), tumori, malattie sistemiche (diabete mellito, epatopatie) e patologie delle vie aeree (nasali, paranasali, laringee, polmonari)”. A soffrirne, secondo le stime, ”e’ il 50% della popolazione di età superiore ai 40 anni. Per quello che riguarda i giovani, invece, l’alitosi sembra essere presente nel 15-20% dei soggetti di età compresa tra i 15 e i 30 anni”.
Prevenire è sempre meglio che curare. ”I principali responsabili dell’alitosi sono i batteri che proliferano nel cavo orale, e in particolare quelli che formano la placca dentale e l’esteso biofilm che ricopre la lingua – spiega Condo’ -. Di conseguenza un’accurata igiene orale con spazzolino, dentifricio e specifici collutori è la base del trattamento contro questo disturbo. Inoltre, l’uso del filo interdentale e degli scovolini permette di ridurre la disponibilità di nutrienti per i batteri in siti difficili da raggiungere con lo spazzolino. Ancora più efficace risulta l’uso quotidiano del pulisci-lingua che permette di rimuovere la patina di biofilm dal dorso della lingua”.
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