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04/10/2011 09:50:02

Scrive la signora Giuseppa Piccione, sui disservizi del Centro di Igiene Mentale (C.I.M.) di Marsala

Il giorno 8 settembre 2011 mia madre viene dimessa dalla casa di cura Morana. Le viene consigliata l’unica terapia possibile che comprende lo Stalevo , la Clozapina e l’Aricept, medicinali piuttosto costosi. Tali farmaci non sono mutuabili se non accompagnati dal Piano terapeutico, che viene regolarmente rilasciato per i primi due farmaci; per l’Aricept invece bisogna rivolgersi al Centro Igiene Mentale di Marsala, unica struttura autorizzata al rilascio del Piano Terapeutico.
Lo stesso giorno delle dimissioni mi reco al C.I.M. dove l’impiegata allo sportello mi consiglia di ritornare l’indomani per parlare con il Dott. Vaiasuso al fine di evitare lunghe attese.
Ritorno il giorno dopo (9/9/2011), presento le dimissioni dalla Casa di Cura Morana e richiedo il Piano Terapeutico per l’Aricept. L’impiegata mi rilascia per il 7 ottobre 2011 la prenotazione di una visita psichiatrica.
Faccio presente all’impiegata che trattasi di grave malattia che si protrae senza soluzione di continuità dal 1971; aggiungo che negli ultimi due anni è stata ricoverata in strutture sanitarie regionali ben otto volte, peraltro la paziente è ben nota a questo CIM per essere stata curata nel tempo dai dottori Sammartano, Vaiasuso, Careddu, Miceli e Gandolfo.
Rilevo dunque che la lunga attesa può essere pregiudizievole per la sua già precaria salute; ma la garbata protesta non sortisce alcun effetto: la prenotazione resta fissata a 07/10/11.
L’impiegata, con sordida ironia, mi congeda con la seguente “spiritosa” frase: niatri n’un vinnemu patati! Ma questa è un’altra storia.
E’ incredibile che un’ammalata invalida al 100%, con indennità di accompagnamento, debba stare un mese senza la terapia consigliata da una struttura sanitaria convenzionata con il SSN.
Se l’attenzione alle fasce più deboli della popolazione è quella riservata dalla struttura CIM a mia madre c’è poco da stare allegri, nonostante l’infelice battuta dell’impiegata.
Ma la sanità per fortuna non è tutta arida e sorda, e non mi esimo dal plaudire alla Casa di Cura Morana nobilitata da un personale irreprensibile nella condotta e nella professionalità.
Con riguardo
Giuseppa Piccione