Sarà in vigore dal primo luglio2012: in Sicilia si passerà dai 70 punti nascita attuali a 47.
«Nel ridisegnare la mappa — ha spiegato Russo — si è tenuto conto se si tratta di zone interne, della difficoltà nel raggiungerle sia con le autoambulanze che
con i mezzi privati e la copertura del presidio ospedaliero». L’assessore non fa passi indietro: «La scelta può sembrare impopolare, ma va nella direzione di assicurare la sicurezza delle donne e dei bambini. Ci sono, infatti, delle chiare indicazioni del Ministero della Salute che parte dalla logica di rispettare le regole. Questo provvedimento ci allinea alle altre regioni, pensate che in Emilia Romagna ci sono appena 24 punti nascita». «L'assessorato invierà al più presto - ha precisato Lia Murè, responsabile del servizio ospedaliero dell'assessorato regionale alla Salute - il decreto ai direttori generali con indicati parametri a cui attenersi. Saranno loro, sulla base di questi, a stilare un piano attuativo indicando quali chiudere e quali mantenere aperti. Si tenga in considerazione che è possibile che più centri si aggreghino pur di raggiungere il limite minimo previsto dal decreto».
L'obiettivo del provvedimento è quello di salvaguardare la sicurezza delle donne e dei nascituri con una particolare attenzione al numero dei parti cesarei che vede la Sicilia al secondo posto in Italia, dopo la Campania, per numero di interventi effettuati.
"E' una vergogna - scrive la lettrice Valentina - immagino che secondo l'assessore queste mamme dovrebbero partorire all'ospedale di Trapani, dove spesso le donne in gravidanza vengono ricoverate in corsia con la barella...ma la preoccupazione maggiore è per chi vive a pantelleria, forse Russo ignora che queste persone non possono raggiungere in mezz'ora l'ospedale più vicino!"
IL NODO DEL CESAREO. Sono ancora decisamente troppi e spesso non necessari i parti cesarei in Italia. Soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno si arriva a percentuali davvero incredibili, superiori al 35%. Stiamo parlando dei casi di Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia e Sardegna e, unica tra le regioni del Nord Italia, la Liguria. Una ospedalizzazione eccessiva, che è stata spesso oggetto di critiche anche da parte degli organismi di controllo della Sanità della UE.
CRACOLICI. ''Il decreto regionale di riordino e riorganizzazione della rete dei punti nascita siciliana sia discusso e illustrato in commissione Sanita', per chiarire ogni dubbio sull'oggettivita' dei criteri utilizzati per concedere deroghe al ''tetto minimo' di 500 parti l'anno''.
Lo dice Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all'Ars.
''E' difficile comprendere - aggiunge - come mai alcuni comuni montani abbiano usufruito della deroga alla chiusura, nonostante il mancato raggiungimento dei 500 parti, e la stessa cosa non sia avvenuta per Petralia, comune che certamente non e' sul mare e dal quale il punto nascita piu' vicino dista piu' di un'ora.
Per evitare incomprensioni - conclude Cracolici - mi auguro che l'assessore Russo venga in commissione, dove chiarira' ogni dubbio''.
PANTELLERIA. I sei consiglieri del gruppo di minoranza di “Progetto Pantelleria” hanno occupato per protesta l’aula consigliare del Comune. Ritengono fortemente penalizzante per le famiglie “dell’isola la soppressione presso l’ospedale Nagar del posto nascite che costringerà le mamme dell’isola ad andare a partorire nella migliore delle ipotesi a Trapani. Difendono il reparto ginecologia dell’isola dove in tanti anni di attività non è mai successo nulla di grave ed i bambini sono nati sempre sani e senza problemi. “Progetto Pantelleria” ritiene che non sono state mantenute le promesse prese dall’assessore Massimo Russo e dal manager Fabrizio De Nicola durante il convegno del settembre 2010 davanti al ministro della salute Ferruccio Fazio, quando era stato chiaramente detto che il punto nascita nell’isola sarebbe rimasto con la creazione di un doppio percorso per trasportare sulla terraferma solo le donne che presentavano problemi particolari di parto”.
“Non sono stati rispettati questi impegni che erano stati presi in sede istituzionali – dice il consigliere Sandro Casano -. Con la nuova mappa dei punti nascita disegnata dall'assessore Russo si è però andati in deroga, salvando dei punti nascita in alcune zone interne della Sicilia definite "disagiate"( Bronte, Mussomeli, Nicosia, Corleone). Oggi scopriamo, così, che le isole minori non sono più disagiate. E' una decisione a cui bisogna opporsi con tutte le nostre forze, anche con azioni di protesta eclatanti. Oggi abbiamo occupato l’aula consiliare, ma le azioni di protesta continueranno nei prossimi giorni”. Il gruppo di minoranza ritiene che a pagare saranno “le mamme costrette, insieme alle loro famiglie, a subire ulteriori umiliazioni. Per questo, sul recente piano di riordino relativo ai punti nascita, bisogna chiedere con forza e urgentemente una audizione con l'assessore Russo e con il presidente della Commissione Sanità dell'Assemblea Regionale, On. Giuseppe Laccotto”.