Perla Genovesi, sotto processo in abbreviato insieme ad altre cinque persone imputate a vario titolo di traffico e spaccio di droga, ha sempre sostenuto di essere stata infiltrata tra i narcos per conto degli inquirenti. Quando oggi un poliziotto, chiamato a deporre, l'ha contraddetta, sostenendo che l'imputata avrebbe in un'occasione rivelato particolari su un piccolo spaccio, negando, però, che fosse una loro infiltrata, Genovesi l'ha prima insultato, poi è scappata fuori dall'aula e ha minacciato di scavalcare la balaustra del secondo piano del palazzo di giustizia. A fermarla sono stati i legali che hanno cercato di rasserenarla.
Il processo, che si svolge in abbreviato davanti al gup Fernando Sestito, ruota attorno a un'organizzazione criminale di trafficanti e spacciatori capeggiata da un ex impiegato comunale, Paolo Messina, con parentele «eccellenti»- un cugino è accusato di essere favoreggiatore del boss latitante Messina Denaro - e con grossissime disponibilità di droga a poco prezzo. Genovesi e Messina si sarebbero conosciuti in una discoteca dell'Emilia Romagna. La tranche dell'inchiesta relativa ai presunti festini hard è stata invece trasmessa alla Procura di Milano che ha indagato sul caso Ruby.