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07/10/2011 07:03:15

Fallisce a Salemi la fiaccolata del Sindaco Sgarbi. L'assessore: "Non sei più amato". E lui la licenzia

Un incontro tra Vittorio Sgarbi e i cittadini. Ma questa volta gli intervenuti sono stati meno numerosi e meno calorosi rispetto a quando l’entusiasmo e gli applausi erano alle stelle. Il piazzale antistante i locali, dove era stato allestito un maxischermo, è rimasto praticamene vuoto. Il tutto è stato voluto “per spiegare”- sono parole del sindaco- “ai cittadini l’impostura contenuta in alcuni atti investigativi dell’operazione Salus Iniqua firmati dal maresciallo dei carabinieri della locale stazione, Giovanni Teri, e dal questore di Trapani Carmine Esposito”. In pratica però si è trattato di una replica della conferenza stampa tenutasi qualche mese addietro a Palermo, Ma con meno vis polemica e con un atteggiamento, in alcuni momenti conciliante e colmo di autocritica, rivolto soprattutto alla maggioranza consiliare che fino ad oggi lo ha sostenuto e con la quale spesso era entrato in forte polemica. Che, come si sa, è fatta di ben dodici consiglieri comunali, quasi tutti, in quota Giammarinaro, così come dallo stesso sindaco ammesso. Tanto che agli osservatori più attenti è sembrato essere uno estremo tentativo di ricucitura, ammesso che uno strappo effettivo ci sia mai stato. Li ha tutti elencati, uno ad uno, nome per nome, i consiglieri comunali, quasi a volerli responsabilizzare anche sul piano personale, Soffermandosi più volte su tre, quattro di essi. Quasi un invito esplicito. Insomma si è visto uno Sgarbi, nei panni inediti di un democristiano doroteo, alla ricerca dei numeri necessari per arrivare fino alla scadenza naturale ma anche per l’approvazione dei debiti fuori bilancio. Che, a quanto pare, crescono di giorno in giorno. Si parla, ad esempio, di una maxi multa che l’Anas avrebbe elevato nei confronti del comune per avere istallato una diecina di tabelloni lungo la strada nazionale. Si tratta di quei famosi cartelli che indicano Salemi come “citta demafizzata” , “città di Sgarbi”, “città del museo della mafia” e via dicendo. Che il clima sia ormai cambiato e che sia cessato il feeling tra Sgarbi e il popolo che lo ha votato si è subito notato quando in apertura dell’assemblea il neo assessore Grasso, nonché coordinatore nazionale del movimento “Sgarbi-liberal”, è stato vivacemente contestato dall’uditorio. E’ successo quando, con grande enfasi, si è esercitato in una serie di affermazioni del tipo “Sgarbi è il più quotato uomo politico per succedere a Berlusconi” , “la lista Sgarbi ha ottenuto 500mila voti” oppure “le pale eoliche non servono”. Frasi che hanno surriscaldato la sala. Tanto che l’oratore, interrotto più volte, ad un certo punto, con toni certamente non gradevoli, ha inveito contro i presenti, dicendo: “Siete antidemocratici, ecco quello che siete!”. C’è stato pure un divertente siparietto. Protagonista una donna che con sarcasmo alludeva ad un improbabile parrucchino indossato dall’assessore. Ma è stato Sgarbi a riportare la conferenza sui veri motivi per cui era stata indetta la manifestazione. Che voleva essere una risposta all'inchiesta della procura di Trapani che tratteggia i rapporti tra il sindaco e l'imprenditore Giammarinaro, accusato dai magistrati di vicinanza con esponenti di Cosa nostra e di aver condizionato i lavori della giunta. Cosa che fa andare in bestia il critico d’arte ferrarese per il semplice motivo che, a suo dire, tutto è avvenuto al luce del sole e che tutti sapevano che le sue scelte (dalla nomina del primo vicesindaco Nino Scalisi a quella degli assessori Calistro, Ilardi, Sanci, Angelo e persino di alcuni consulenti come il “verde” Antonio Parrinello) erano prese assieme a Pino Giammarinaro. Persino la “geniale” idea delle Case ad 1 Euro ha rivelato di essere stata partorita dall’ex deputato e che lo stesso si recò presso uno studio in Toscana insieme al fotografo Toscani per concretizzarla tecnicamente. E tuttavia, giura, nessun condizionamento per l’ordinaria amministrazione da parte del suo sponsor politico, per il quale il questore di Trapani ha proposto altri cinque anni di sorveglianza speciale, che si andrebbero a sommare ai quattro già scontati, perché ritenuto “soggetto pericoloso”. Di più. Per protesta, quest’estate i quattro angoli della città erano stati tappezzati da manifesti giganti che negavano l’esistenza della mafia e invitavano i cittadini a ribellarsi, non si sa bene contro cosa. Una mano ignota aveva però nottetempo agito con una creativa ironia, modificando la scritta dei manifesti con pochi segni per cui si affermava che in vece la mafia c’è! E la serata dell’altro ieri ha svelato l’arcano. La gente avrebbe dovuto manifestare in modo visibile contro l’inchiesta giudiziaria con una “Fiaccolata per la verità”, evento annunciato in pompa magna dall’ufficio stampa del comune. Nei fatti si è trattato invece di un melanconico corteo di una ventina di persone. I componenti della giunta, l’addetto stampa, alcuni ragazzi che prestano volontariato presso la “Fondazione Sgarbi” e qualcuno venuto da qualche comune vicino. Dopo avere deposto le fiaccole, ancora accese, ai piedi della statua di san Nicola, in verità poco venerato patrono della Città, tutti al bar della piazza, come corpi estranei alla gente che ancora sostava nei pressi. Nel corso della movimentata giornata il sindaco ha avuto anche il tempo per licenziare in tronco l’assessore Antonina Grillo. Subito dopo le elezioni aveva abbandonato il Pd sedotta dalle lusinghe di Sgarbi. Oggi punita per averlo avvertito di “non essere più amato dai cittadini” che lo avevano votato. Dovrebbe essere sostituita da tale Bellario, un tempo al seguito di Toscani. Mentre ancora una volta si fa sentire Rifondazione Comunista che con volantino diffuso in migliaia di copie invita i cittadini a stare a fianco della magistratura, delle forze dell’ordine e dei rappresentanti delle Istituzioni democratiche.
Franco Lo Re