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17/10/2011 04:05:09

Tra Alcamo e Mazara. Ecco i 56 giorni della trattativa nei ricordi di Brusca

L’ex boss di San Giuseppe Jato non ha detto novità eclatanti su ciò che conosciamo in merito alla trattativa tra Stato e mafia avvenuta nel 1992. Di singolare c’è questo suo improvviso ritorno della memoria, mentre prima Brusca diceva di non ricordare nulla sull’inizio della trattativa, il “papello”, gli ordini di Riina.
Ma i ricordi di Brusca ci permettono di fare luce ancora meglio sulle fasi della trattativa, che possiamo con sicurezza ormai collocare temporalmente nei 57 giorni intercorsi tra la strage di Capaci (23 Maggio 1992) e quella di Via d’Amelio (19 Luglio 1992).
Cos’è avvenuto in quei giorni, secondo il ricordo di Brusca?
A fine Giugno i boss si vedono nella villa, nel palermitano, di Girolamo Guddo. E’ la stessa abitazione dove un mese prima, a fine Maggio, prima si è brindato per il successo della strage di Capaci. In occasione di quel summit, racconta Brusca “Riina si appartò con me e mi disse che 'si erano fatti sotto e che gli aveva presentato un papello cosi' e con le mani mi fece capire che era una cosa lunghissima».
Parole che Brusca capì al volo: chi si «era fatto sotto» era lo Stato e il papello non era altro che un riassunto delle pretese del boss per stoppare la strategia stragista. “Prima di allora – dichiara Brusca – non avevo mai sentito parlare di papello”.
Il boss di San Giuseppe Jato tra l’altro aveva un compito. Perché Cosa Nostra «aveva stilato una lista di uomini politici da uccidere». Tra loro ci sarebbero stati i nomi di Calogero Mannino e Carlo Vizzini. Per quanto riguarda Mannino, era stato proprio Riina ad ordinare a Brusca di eseguire “dei sopralluoghi nei posti più frequentati dall’onorevole”. Ma all’improvviso Riina decise di «sospendere l’uccisione di Mannino perché c’erano altre priorità». «Fino a giugno del 1992 - ha detto ancora Brusca collegato in videoconferenza - facevamo dei sopralluoghi per seguire gli spostamenti e le abitudini di Mannino. Ma poi è arrivato il “fermo” e non ne seppi più nulla».
Nello stesso periodo Cosa nostra è impegnata a risolvere un altro caso “interno” all’organizzazione, quello di Vincenzo Milazzo. Milazzo è uno degli esponenti più importanti della famiglia di Alcamo, ed ha dei contrasti proprio con Totò Riina (“si comportava male” ha detto Brusca), tant’è che ne viene decisa l’eliminazione. Secondo Brusca, la riunione con Riina per decidere l’eliminazione di Milazzo avviene tra l’8 e il 10 Luglio. In quell’occasione, però, Riina non parla del papello o dell’attentato a Borsellino che si sta preparando.
Qualche giorno prima della strage di via d’Amelio, il 14 Luglio, fu dato appuntamento a Milazzo, che non sospettava nulla, da un gruppo di uomini d’onore di Cosa nostra, tra cui lo stesso Brusca e Messina Denaro. Milazzo fu ucciso appena sceso dalla macchina e subito dopo fu sotterrato in aperta campagna.
Due giorni dopo gli stessi uomini uccisero Antonella Bonomo, la convivente di Milazzo. Aveva 23 anni. Si pensava che la giovane conoscesse troppi segreti del clan dei corleonesi. Fu strangolata dopo averla attirata in una trappola (un appuntamento con il suo compagno, del quale ignorava l’omicidio) nella campagne tra Alcamo e Castellammare del Golfo.
La sera dell’uccisione della donna Brusca torna a Palermo perché deve occultare la BMW della Bonomo. Va così da Salvatore Biondino (l’autista di Riina) e gli chiede se ha la possibilità di distruggerla. Ma Biondino è troppo indaffarato: “Siamo sotto lavoro!” dice a Brusca. E’ il 16 Luglio. “Solo il 19 Luglio realizzai il significato di quella espressione”.
Dopodichè si videro di nuovo, Brusca e Riina, tra il 15 e il 20 Agosto, alla presenza tra gli altri di Matteo Messina Denaro, Gioacchino La Barbera, Leoluca Bagarella. Lì parlarono di stragi, del papello e Riina disse che “ci voleva un altro colpetto per fare ritornare chi di competenza a trattare”. Messina Denaro lo informerà di un “progetto di attentato ai contro i carabinieri che non hanno rispettato i patti”. E’ il fallito attentato allo Stadio Olimpico, di cui Brusca verrà informato solo molto tempo dopo, da Gaspare Spatuzza.