La decisione scaturisce dalla necessità di fornire personale per il servizio di lungodegenza – dichiarato attivo già dallo scorso primo luglio, e – nei fatti – non ancora operativo. I sindacati denunciano la grave situazione che verrebbe a crearsi, sguarnendo di fatto un reparto “che opera a pieno regime e con buoni risultati come Cardiologia che, anzi, in virtù del protocollo d’intesa siglato tra l’ospedale di Alcamo e quello di Partinico prevedeva un ulteriore potenziamento. Ci si chiede su quali basi potrà operare il servizio di lungodegenza “già deficitario prima del suo varo” le cui difficoltà si riverserebbero senza dubbio sulla qualità dell’assistenza fornita ai pazienti. I segretari di Fials-Confsal e UIL sottolineano che “se la politica dell’Azienda è quella di riciclare, il bacino a cui attingere personale riguarda altri servizi, non certo il reparto di Cardiologia. Basterebbe solo guardare meglio la pianta organica per individuare le scorte utilizzabili o fare un sopralluogo per calarsi nella realtà dei fatti. La lungodegenza è un obiettivo ragguardevole per il nostro ospedale ma non può essere realizzato mettendo a repentaglio la salute della cittadinanza. Chiediamo al dottor Giurlanda di revocare il suo provvedimento”.