Nell'ultima udienza, mercoledì scorso, ha parlato l'ex capo della squadra mobile di Trapani, Giuseppe Linares e ha tracciato le figure dei due imputati: il boss Vincenzo Virga, accusato di essere il mandante del delitto, e Vincenzo Mazzara, ritenuto uno dei sicari.
Il primo dirigente di polizia, interrogato dai pm della Dda Francesco Del Bene e Gaetano Paci, ha spiegato com'é nata l'idea di riaprire le indagini, alla vigilia della definitiva archiviazione, sostenendo che l'input è stato fornito "dal modus operandi simile ad altri delitti". E da qui la necessità di una nuova perizia balistica sui bossoli trovati sul luogo del delitto, "per una comparazione".
In occasione dell’uccisione di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca, uccisi il primo giugno del 1990 a Partanna, e gli omicidi di Antonio Monteleone e dell’agente di polizia penitenziaria Giuseppe Montalto, assassinati cinque anni dopo a Trapani, fu adoperato lo stesso modus operandi.
La stessa arma, ha rilevato Giuseppe Linares, sarebbe stata impiegata negli omicidi di Gaetano Pizzardi e Giovanni Riina, per le quali non si è proceduto. Da una perizia della Polizia Scientifica sarebbero emerse delle analogie con uno dei fucili usati dai sicari in occasione dell’omicidio di Mauro Rostagno.
«Vito Mazzara - ha rilevato - era solito modificare, di volta in volta, l’arma per rendere vano qualunque tentativo d’individuazione».
Ma vi sarebbero altre analogie. In occasione del duplice omicidio di Giuseppe Piazza e Rosario Sciacca e delle uccisioni di Antonio Monteleone e Giuseppe Montalto sarebbe stata utilizzata dai sicari la stessa tipologia d’auto impiegata dagli assassini di Mauro Rostagno.
Nel caso dell’omicidio di Giuseppe Montalto c’é un’ulteriore analogia. L’agente era insieme con la moglie che rimase illesa. Stessa sorte toccata a Monica Serra, collaboratrice di Mauro Rostagno, che non fu in alcun modo sfiorata dai colpi esplosi dai sicari.
Linares, rispondendo poi ai difensori del boss Virga - Giuseppe Ingrassia e Stefano Vezzadini - ha confermato che nei suoi editoriali, Rostagno non ha mai parlato di Virga, ma "perché non avrebbe potuto farlo in quanto fino al 1994 non era nota la caratura del capomafia". Lo stesso Linares ha confermato che Rostagno si è occupato di un processo per mafia (relativo all'omicidio del sindaco di Castelvetrano, Vito Lipari, ucciso nell'agosto 1980) "che vedeva imputato il boss di Mazara del Vallo, Mariano Agate e con il quale aveva degli screzi".
Dall'udienza è emerso che non si conosce che fine abbiano fatto i resti di un fucile, trovati nelle acque di Marausa, una decina di giorni dopo il delitto Rostagno. Di quei reperti parlò nelle scorse udienze il sostituto commissario della polizia Nino Cicero. Linares ha detto di non saperne nulla.