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22/10/2011 04:52:37

Processo a Messina Denaro e favoreggiatori. La difesa chiede revoca delle intercettazioni

Udienza in cui gli avvocati della difesa hanno presentato delle memorie difensive contestando l’uso delle intercettazioni telefoniche e ambientali come prove. In sostanza hanno chiesto, attraverso memorie, la non utilizzabilità delle intercettazioni ai fini del processo. Secondo gli avvocati non sarebbero state rispettate le regolamentazioni interne alle intercettazioni ed alle trascrizioni. L’intento della difesa è ovviamente quello di far cadere l’intero impianto accusatorio visto che l’operazione che ha dato vita al processo (e quindi il procedimento stesso) nasce grazie alle intercettazioni ed ai pedinamenti. La difesa ha specificato nelle memorie quali parti delle intercettazioni vorrebbe che fossero usate se non dovesse essere accolta la richiesta di rigetto per intero. I Pm che curano l'accusa hanno chiesto al presidente del collegio giudicante del tempo per esaminare i nuovi documenti prodotti dagli avvocati degli imputati. Alla fine il Presidente ha rinviato al 2 novembre la prossima udienza. È chiaro che senza questi strumenti, sempre al centro della cronaca politica, le operazioni antimafia non avrebbero visto luce.
L'operazione Golem 2, curata dal  Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, portò all'esecuzione di  18 arresti a Trapani per fare terra bruciata attorno al superboss Matteo Messina Denaro. Tutti gli arresti fanno infatti parte della rete di fiancheggiatori e persone vicine, vicinissime al boss.
Davanti alla corte, presieduta da Sergio Gulotta, sono imputati, appunto,  Matteo Messina Denaro e  13 suoi presunti favoreggiatori:  Maurizio Arimondi, Calogero Cangemi, Lorenzo Catalanotto, Tonino Catania, Giovanni Filardo, Leonardo Ippolito, Marco Manzo, Antonino Marotta, Nicolò Nicolosi, Vincenzo Panicola, Giovanni Risalvato, Filippo Sammartano e Giovanni Stallone, che devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di società e valori, estorsione, danneggiamento e favoreggiamento personale. Pubblici ministeri sono Marzia Sabella e Paolo Guido. Tredici le parti civili: Perrone Costruzioni, Clemenza Nicola, Associazione Addipizzo, Fai Associazione Antiracket italiana, Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara, Confindustria Trapani, Partito democratico, Provincia di Trapani, associazioni antiracket di Marsala e Trapani, associazione «Io non pago il pizzo e tu?» e Centro Pio La Torre.Altri quattro indagati, Salvatore Messina Denaro, fratello del latitante, Andrea Craparotta, Matteo Filardo e Raffaele Arimondi hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Salvatore Sciacca ha, invece, chiesto di patteggiare la pena ed è stato condannato a due anni di carcere.