La struttura, confiscata al boss Francesco Pace, ospiterà una biblioteca con libri, documenti, video e film sul tema, ospitando anche incontri e iniziative che coinvolgeranno la società civile.
E' una delle iniziative finanziate dal Pon Sicurezza 2007-2013 e presentate la settimana scorsa a Trapani al convegno ''I beni confiscati diventano cosa nostra''. Nel dettaglio, i beni confiscati nel Trapanese e finanziati dal Pon Sicurezza sono sei.
A Marsala, in contrada Berbarello, in quella che era la residenza estiva del boss locale, Francesco Bianco, nascerà una comunità di accoglienza per minori. Per l'immobile sono stati stanziati dal Pon Sicurezza oltre 846 mila euro, al fine di creare una comunità alloggio dove giovani in situazioni disagiate, e di età compresa tra 14 e 18 anni, potranno realizzare un laboratorio di meccanica e di informatica.
Tra questi, c'è anche un immobile di 4 mila metri quadri a Mazara del Vallo, in via Emanuele Sansone, finanziato con 2 milioni e 150mila euro che ospiterà una sede del commissariato di pubblica sicurezza.
Nel comune di Campobello di Mazara, invece, è in corso un progetto di recupero (finanziato con 233mila euro) di un'attività agricola e la sistemazione di un fabbricato rurale con un uliveto di 5mila metri quadri dove soggetti a rischio o con disagio familiare seguiranno corso di formazione su attivita' agricole per essere reinseriti nel mondo del lavoro.
Da Castelvetrano nascerà un olio ''pulito'' dal terreno di oltre 253 mila metri quadri in contrada Seggio - Torre. Gestito temporaneamente dall'associazione Libera, è stato di recente distrutto per un ioncendio doloso. Nell'azienda rientra un immobile confiscato al boss palermitano Gaetano Sansone. Qui verrà coltivata l'oliva Dop ''Nocellara del Belice''.
Infine, a Trapani nascerà un centro polifunzionale per l'integrazione degli immigrati, su un terreno in località Cipponeri. Un edificio, finanziato per oltre 2 milioni e 600mila euro, ospiterà corsi di lingua italiana e alfabetizzazione informatica.
Nell'ambito del recupero dei beni confiscati, il Pon Sicurezza ha finanziato in Campania, Calabria, Puglia e Sicilia 54 progetti, per un importo complessivo di oltre 53 milioni. Tra questi, 25 progetti riguardano la Sicilia, per un importo pari a 18,5 milioni. ''Il recupero dei beni confiscati rappresenta una delle linee strategiche del Pon Sicurezza - ha dichiarato l'autorita' di gestione del Pon, il Prefetto Nicola Izzo - riutilizzando questi beni a fini sociali, o immettendoli nel circuito dell'economia legale, non solo colmiamo i patrimoni dei mafiosi, ma compiamo anche un atto dal forte valore simbolico, per la presenza delle istituzioni sul territorio e il ripristino della legalita'''. In Sicilia finora il Pon sicurezza ha finanziato complessivamente, su tutti gli altri obiettivi del Pon, 95 progetti a valenza territoriale, per una cifra che sfiora i 122 milioni. Tra gli interventi che hanno avuto il via libera anche 16 centri polifunzionali per l'inserimento lavorativo e sociale degli immigrati extracomunitari regolari (19,9 milioni) e 46 progetti che rientrano nell'ambito della diffusione della cultura della legalita', tra cui 31 campi sportivi, che rientrano nell'iniziativa 'Io gioco legale'. Nel trapanese sono stati finanziati ad oggi quattro campetti sportivi, a Pantelleria, Castelvetrano, Vita e Poggioreale.
Interpellato sulle criticita' dei beni confiscati, e sui lunghi tempi di attesa, per la loro destinazione, il vicecapo vicario della polizia, Nicola Izzo, ha detto che ''l'Agenzia nazionale dei beni confiscati rappresenta una svolta nella gestione ma, come tutte le novita' di recente istituzione, ha bisogno di tempo per affinare gli strumenti''. Sulla latitanza del boss trapanese Matteo Messina Denaro, il Prefetto ha aggiunto: ''Bisogna avere pazienza, ma lo prenderemo. Come per gli altri, arriva prima o poi il momento della cattura. Tra i successi conseguiti ricordiamo la cattura del boss Provenzano, che non era certo un soggetto minore all'interno di Cosa nostra''.