Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
27/10/2011 13:32:53

Imponevano il pizzo con fattura. Sequestrate imprese tra Palermo ed Agrigento

Il patrimonio è riconducibile al capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi, detenuto. Il provvedimento patrimoniale segue l'operazione antimafia ''Iron Man'' che il 5 agosto 2010, con l'esecuzione di 8 provvedimenti cautelari, aveva decapitato il vertice delle famiglie mafiose di Ficarazzi. Tra i beni sequestrati, due aziende operanti nel settore dell'edilizia, la cui attività veniva imposta agli imprenditori locali a prezzi maggiorati. Queste stesse imprese emettevano anche fatture a favore degli imprenditori vittime del 'pizzo', per dissimulare il pagamento delle estorsioni.

Il sequestro è stato eseguito nei confronti di Giovanni Trapani, 54 anni, ritenuto il reggente di Ficarazzi e al vertice su quel territorio del racket delle estorsioni. Gli arresti del 5 agosto scorso avevano tra l'altro stroncato sul nasce un suo scontro con l'aspirante boss Atanasio Alcamo. Le aziende sequestrate sono la ''PA. MA. Costruzioni di Pace Marianna'', con sede an Ficarazzi, la cui titolare è una nipote di Trapani, e la ''Triassi srl'', con sede a Ribera (Agrigento), di cui sono titolari Silvana Trapani, 50 anni, e Mariangela Manna, 29 anni, rispettivamente sorella e nipote di Giovanni Trapani. Le due imprese, secondo i carabinieri, esercitavano un vero e proprio monopolio imponendo i loro servizi agli imprenditori edili con prezzi superiori anche del 40%, rispetto a quelli ordinariamente praticati nel settore.

Inoltre, le ditte servivano anche per regolarizzare il ''pizzo'' sul piano fiscale: i versamenti periodici - concentrati soprattutto a Natale e Pasqua - venivano infatti mimetizzati nella forma di normali pagamenti, per forniture e opere in subappalto, e fatturati. Sono stati sequestrati anche uno stabilimento balneare e vari immobili, tra terreni edificabili e agricoli, appartamenti, tre intere palazzine residenziali, due capannoni industriali, e una villa sul mare, tutti tra Ficarazzi e Siculiana (Agrigento), paese di origine della moglie del boss. La misura patrimoniale colpisce poi autovetture di lusso, mezzi meccanici quali ruspe ed escavatori, conti corrente, buoni fruttiferi, obbligazioni, libretti deposito e risparmio, mutui, fideiussioni, fondi d'investimento. Malgrado la ricchezza accumulata, il boss Trapani si presentava in maniera dimessa, si muoveva a bordo di vecchie utilitarie e vestiva quasi sempre abiti da lavoro.