Cosi' i giudici della prima Corte d'Appello di Milano motivano la sentenza con la quale il 20 maggio scorso hanno prosciolto il senatore del Pdl dall'accusa di tentata estorsione con il boss mafioso Vincenzo Virga ai danni di Garraffa.
Dalle indagini era emerso che dopo una prima richiesta economica di retrocessione di parte della sponsorizzazione fatta da Dell'Utri a Milano a Garraffa, quest'ultimo ricevette a Trapani la visita di Vincenzo Virga (detenuto per altra causa) e di un secondo boss mafioso Michele Buffa per convincerlo a pagare. Per i giudici milanesi effettivamente Dell'Utri, da Milano "ha mobilitato due mafiosi del calibro di Virga e Buffa per convincere Garraffa a onorare l'impegno". Ma non è stato provato che la "visita" dei due all'imprenditore fosse "idonea ad incutere timore".
Secondo la ricostruzione dell'accusa, il medico nel '91 aveva ottenuto una sponsorizzazione di circa un miliardo e 700 milioni di lire per la società di pallacanestro,
a lui versati attraverso Publitalia, guidata all'epoca da Dell'Utri. Stando sempre all'accusa, poi, un funzionario dell'azienda avrebbe chiesto a Garraffa di restituire a Publitalia metà della somma in nero, ma lui si era rifiutato. A quel punto sarebbe intervenuto Dell'Utri, che avrebbe incontrato Garraffa a Milano dicendogli di avere "uomini e mezzi per farle cambiare idea".
Sempre secondo l'accusa, uno di quegli uomini sarebbe stato il boss Virga (difeso dall'avvocato Giovanni Palatini), che mesi dopo sarebbe andato dal primario per minacciarlo. I giudici, però, nelle motivazioni spiegano che "il quadro probatorio acquisito (...) non consente di considerare raggiunta la prova, aldilà di ogni ragionevole dubbio, che la visita incriminata fosse finalizzata e idonea a incutere timore e a coartare la volontà" dell'imprenditore "per indurlo al pagamento ingiusto". Il quadro probatorio invece lascia "ampio spazio all'ipotesi alternativa che tale visita avesse rappresentato un tentativo di interposizione mediatoria del Virga non ostile al Garraffa, effettivamente volta (...) ad aggarbare la vertenza insorta tra la persona offesa e Publitalia".
Per i giudici si può ritenere poi che Dell'Utri (difeso dagli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico) abbia "scelto i due personaggi per tentare di risolvere la vertenza non tanto o solo in ragione della loro mafiosità (...) quanto per la loro intensa precedente e coeva frequentazione amicale con il Garraffa".