Lo ha detto il pm Fernando Asaro durante la rquisitoria del processo per l'omicidio del figlio del pentito Santino Di Matteo ucciso a 15 anni, due anni e due mesi dopo il rapimento in un maneggio di Altofonte (Palermo). "Il piccolo Di Matteo e' morto per la crudelta' di questi criminali mafiosi - ha detto il magistrato - un sequestro e un omicidio che va collocato nel momento storico del 1993. L'anno in cui fu arrestato il latitante Riina". Il pm ha poi ricordato che sono stati gia' tre i processi definitivi celebrati per l'omicidio del bambino, in stralci processuali. "Su 49 imputati ne sono stati condannati 35 in via definitiva e alcuni all'ergastolo - ha detto ancora - e si e' fatta luce sull'episodio solo grazie ai collaboratori di gisutizia. Purtroppo la cosiddetta societa' civile di Altofonte di quel periodo si e' dimostrata assente". Il bambino venne sequestrato e poi ucciso per colpire il padre Santino che aveva deciso di collaborare con la giustizia. Fu Giovanni Brusca, oggi pentito, a decidere di rapire e fare uccidere il ragazzo che venne rapito da tre uomini che si erano finti agenti della Dia per convincerlo a seguirli affermando che lo avrebbero portato dal padre pentito.