La mozione, che impegna il sindaco di Palermo ad avviare l’istituzione di un registro aperto anche alle convivenze tra coppie dello stesso sesso, è stata approvata con 19 sì, 3 no e 5 astensioni. La mozione è stata presentata da un fronte trasversale e ha avuto come primi firmatari Fabrizio Ferrandelli, di Idv, Stefania Munafò, consigliere del Pdl autosospesa, attualmente nel gruppo misto. Malgrado ciò, diverse sono state le defezioni - già annunciate - all’interno della maggioranza, a partire da quella del capogruppo del Pdl Giulio Tantillo, sin dall’inizio contrario all’adozione del provvedimento. La mozione fa riferimento al ddl sulle unioni civili presentato all’Ars dal deputato regionale del Pd Pino Apprendi, che ha finora trovato diversi ostacoli nel suo cammino per il raggiungimento del voto in aula. "In questo modo il Consiglio comunale ha espresso con il voto la sua posizione a in favore dell’approvazione del ddl all’Ars", dichiara il presidente del consiglio comunale Alberto Campagna.
Se dall'opposizione Antonella Monastra (Un'Altra Storia) e Fabrizio Ferrandelli (Idv) esultano per il risultato, il vicepresidente del Consiglio, Sandro Oliveri, sottolinea il rischio che di questo strumento si potrebbe abusare "utilizzandolo per eludere le attuali leggi sul matrimonio e sul divorzio". "Finalmente una vittoria di civiltà e di democrazia per Palermo - dice invece la Monastra, che otto anni fa aveva già tentato di conseguire a sala delle Lapidi un risultato con una battaglia analoga - Con l’emendamento che ho presentato sono state disciplinate l’iscrizione, la cancellazione e la certificazione delle convivenze basate su vincoli affettivi che si protraggono da almeno un anno presso l’ufficio comunale competente, senza disciminazioni di razza, etnia, sesso, genere, handicap ed orientamento sessuale". Per Ferrandelli "è un primo gesto di civiltà verso una battaglia che renderà felici le molte famiglie fino ad oggi mortificate dalla miopia delle leggi".
Il Pid, spiega il capogruppo Doriana Ribaudo, ha votato contro la mozione per due motivi: "Perchè la mozione, seppur in alcune parti condivisibile, non corrispondeva al nostro modello di società; perchè gli enti locali non hanno nessuna competenza sulla regolamentazione delle unioni di fatto, così come le Regioni". Di "schiacciante maggioranza" parla la Monastra, sottolineando che "la mozione apre anche alle convivenze basate su vincoli affettivi fra persone dello stesso sesso: finalmente una vittoria di civiltà e democrazia per Palermo".