Con un presidio temporaneo davanti la sede aziendale, il personale ha manifestato contro la possibile chiusura della struttura, opponendosi anche alla richiesta di dimissioni volontarie avanzata dall’amministrazione. L’azione di protesta scaturisce dallo stato di agitazione proclamato nei giorni scorsi da Filctem Cgil, Femca Csil e Uilcem Uil, considerando l’infruttuosità di un incontro all’Ufficio del lavoro. L’amministratore avrebbe ribadito la volontà di procedere alla chiusura degli impianti industriali Redax di Trapani e di Mirandola (Modena) per trasferirli in un unico stabilimento a Poggio Rusco, a Mantova; si oppongono i sindacati. È intervenuto anche il sen. Antonio D’Alì, con una interrogazione al ministro dello Sviluppo economico e al ministro del Lavoro. Nel documento, oltre al sospetto «di una vera e propria dismissione aziendale», viene rilevato che la Redax Srl «ha usufruito dei finanziamenti pubblici derivati dalle legge 488 e pertanto – scrive D’Alì – la decisione di spostare le attività in un altro territorio, godendo di ulteriori benefici pubblici e della possibilità di gestione degli esuberi a mezzo cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale, mobilità ed esodi incentivati, si potrebbe configurare come un mero interesse di profitto che lede le prerogative occupazionali del territorio».