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12/11/2011 08:00:00

Ritmo circadiano ed apprendimento

I deficit di apprendimento e memoria sono correlati con lā€™alterazione dei ritmi del sonno e della veglia. Lo dimostra uno studio condotto sul modello animale di una forma genetica di ritardo mentale e pubblicato su Nature Neuroscience da Maria Passafaro, ricercatrice dellā€™Istituto Telethon Dulbecco che lavora a Milano presso lā€™Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche. ā€œLe nostre capacitaā€™ cognitive sono influenzate dai ritmi circadiani, ovvero dalla scansione delle lancette di una sorta di orologio molecolare interno allā€™organismoā€œ, spiega Passafaro. ā€œA regolare il ritmo delle lancette sono dei particolari geni la cui attivitaā€™ oscilla nellā€™arco delle 24 ore, definendo cosiā€™ lā€™alternanza di sonno e veglia nel corso della giornata.Ā In questo studio abbiamo dimostrato per la prima volta che esiste una correlazione tra una forma genetica di ritardo mentale legato al cromosoma X e il rallentamento del ritmo delle oscillazioni dei ā€˜geni orologioā€œ.

Ritmo circadiano ed apprendimento

Si stima che il ritardo mentale colpisca il 3% della popolazione, in genere a partire dallā€™infanzia o dallā€™adolescenza con problemi nelle funzioni cognitive, nel linguaggio e nei rapporti sociali. Alla base possono esserci difetti nella formazione e nel funzionamento delle sinapsi, i punti di contatto e comunicazione tra le cellule nervose. Esistono anche forme genetiche di ritardo mentale, dovute a difetti in geni presenti sul cromosoma X: uno di questi eā€™ OPHN-1, coinvolto proprio nella formazione delle sinapsi. ā€œStudiare e diagnosticare questo tipo di patologia eā€™ piuttosto difficile, vista la complessitaā€™ e lā€™eterogeneitaā€™ con cui si manifesta da un individuo allā€™altro: per questo eā€™ cosiā€™ importante studiarne i meccanismi baseā€, afferma ancora Passafaro. Per farlo i ricercatori Telethon, in collaborazione con Carlo Sala dellā€™Istituto di Neuroscienze del Cnr e Pierre Billuart dellā€™Istituto nazionale per la salute e la ricerca medica di Parigi, hanno sfruttato un modello murino della malattia in cui il gene OPHN1 eā€™ reso inattivo. Analizzandone il comportamento, si sono resi conto che questi animali avevano dei disturbi nellā€™alternanza del sonno e della veglia: hanno, quindi, provato a capire se ci fosse unā€™interazione fra OPHN1 e i geni che regolano i ritmi circadiani. ā€œPer la prima volta ā€“ prosegue Passafaro ā€“ dimostriamo che una proteina deputata alla formazione delle sinapsi regola geni ā€œorologioā€. I prossimi passi? Scoprire innanzitutto altri geni, come quelli ā€œorologioā€, coinvolti nelle forme di ritardo mentale legate al cromosoma X, ma non solo. Parallelamente i ricercatori proveranno a individuare meccanismi ā€“ e quindi farmaci ā€“ in grado di migliorare i sintomi nel modello di laboratorio, nella speranza di trasferire in futuro questi risultati ai pazienti.

Ritmo circadiano ed apprendimento

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Ritmo circadiano ed apprendimento

37.796425 12.435312

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