Il tutto parte da un’indagine sulla gestione dell’I.A.L. Cisl Sicilia, di cui Carpindeti è direttore generale e responsabile della sede di Trapani, Colombini amministratore delegato e Ripamonte dipendente. L’Ial è un’associazione senza fini di lucro che organizza corsi professionali sovvenzionati dalla Regione. Ciò che viene contestato all’assessore provinciale ed a Bruno Colombini è di avere attestato falsamente che il rapporto lavorativo con la Ripamonte, precisamente in servizio con la qualifica di collaboratrice amministrativa, avrebbe avuto inizio in data anteriore a quella reale. In questo modo, secondo gli inquirenti, la collaboratrice avrebbe percepito ben cinque mensilità che invece non gli spettavano. Agli indagati, in sostanza, viene contestato di “avere indotto in errore i funzionari ed il personale degli uffici dell’Assessorato regionale del Lavoro, preposti all’erogazione dei finanziamenti, circa l’effettiva decorrenza dell’obbligo contrattuale di
corrispondere le retribuzioni mensili alla Ripamonte, in tal modo procurando a quest’ultima, con una pluralità di condotte illecite esecutive di un disegno criminoso
unitario e con corrispondente danno per l’ente pubblico, l’ingiusto profitto costituito dall’indebita percezione di oltre duemila euro”.
I tre imputati, difesi dagli avvocati Giovanni Palermo e Giovanni Mangia, si siederanno in aula per la prima udienza del processo fissata per il prossimo primo febbraio.