L’omicidio avvenne la sera del 3 marzo, presso l’abitazione della fidanzata di Azzaro. I due cugini omonimi, Giuseppe La Grutta, di 22 e 32 anni, si recarono lì per parlare con Azzaro.
I tre iniziano a discutere animatamente, in poco tempo la discussione si fa sempre più concitata. Uno dei due uomini estrae una pistola, l'appoggia all'addome di Azzaro e preme il grilletto. Per Azzaro non c'è nulla da fare, muore a causa della forte emorragia causata dal colpo a bruciapelo alle 00:45. I carabinieri seguirono tante piste, considerando anche che sia Azzaro che i due aggressori avevano precedenti penali. Ma quella che sembrò più plausibile fu la pista passionale.
Un mese dopo Giuseppe La Grutta senior viene scarcerato. Secondo i legali ha una posizione più defilata rispetto al cugino nella commissione dell'omicidio, perchè non era a conoscenza delle intenzioni dell'altro La Grutta di sparare al suo rivale in amore, Azzaro. Anzi, non sapeva neanche che suo cugino fosse armato. Giuseppe La Grutta, tra l'altro, è stato il primo a soccorrere la vittima dopo che il cugino, reo confesso, gli ha sparato.
Adesso a breve verrà fissata l’udienza davanti al Gip del Tribunale di Marsala al fine di comprendere quali saranno le strategie difensive adottate dai difensori. A difendere i La Grutta sarà infatti l'avvocato Diego Tranchida. Per le parti offese (i più stretti congiunti del defunto), si costituiranno gli avvocati Stefano Venuti Pellegrino, Felicita Tranchida e Vito Cimiotta.