Un parallelepipedo alto quasi 9 metri, con una copertura di 2.388 metri quadri, il palavetro è di proprietà della Provincia di Trapani. L’ha fatto costruire nel 2003 e l’ha pagato anche caro. Quasi un milione di euro. Adesso chi lo smantella? L’Airgest. L’ente che gestisce l’aeroporto Trapani-Birgi, e che per quasi la metà la Provincia ne è titolare.
Ebbene adesso potrà essere demolita quell'oscenità che fu sede del campionato del mondo juniores di scherma. Montato nel Piazzale Ilio a Trapani, il palavetro, terminata l’ultima stoccata, fu smontato e parcheggiato all’ingresso del Vincenzo Florio. A volere fortemente questo tipo di struttura fu l’allora Presidente della Provincia Giulia Adamo: “Ma quale tendone e tendone! - disse ai consiglieri di opposizione che chiedevano il noleggio di un tendone alla modica cifra di 65.000 euro per contenere i costi – costruiremo noi una struttura che rimarrà sempre a disposizione della Provincia e che servirà a contenere i costi per fiere, manifestazioni ed eventi in ogni parte della Provincia”. E si è visto. Il palavetro parcheggiato all’aeroporto viene sfruttato poco e niente. Tra il 2004 e il 2005 è stato utilizzato soltanto per qualche mostra e fiera locale, come la seconda edizione del Wine Sicily. Nel 2005 è stato sede di alcuni eventi sportivi, di fitness e spinning, ed incontri di vario tipo. Sempre al 2005 risalgono alcuni lavori di adeguamento per un costo di poco più di 67.000 euro. Insomma, vengono organizzati eventi e predisposti lavori solo per giustificarne la sempre magra esistenza. Nel frattempo la Provincia aveva avuto dei contatti con il Comune di Erice per la cessione della struttura: il Palavetro sarebbe diventato un bocciodromo nella frazione ericina di Napola. Niente di fatto, il trasferimento della struttura sarebbe costata troppo.Da quel momento in poi serve a dare il benvenuto in salsa nostrana ai turisti appena sbarcati.
I pezzi del prefabbricato, ora, saranno sistemati in un piano seminterrato, nell’immobile che si trova nell’ex Colonia Sutana di Marsala, in contrada Casazze. Si chiude così la triste storia di un oggetto misterioso sin dalla nascita.
Francesco Appari