Cannabis sì, cannabis no. Gli effetti della marijuana continuano da sempre a dividere l’opinione pubblica e la comunità scientifica, che indaga sulle ripercussioni negative e su quelle che invece possono essere utili ai fini curativi. Qualche mese fa infatti, un team di studiosi brasiliani ne aveva approfondito la pericolosità sul cervello degli adolescenti, mentre dall’Università di Haifa in Israele arriva una nuova scoperta che potrebbe contribuire a ridurre i sintomi del Disturbo da Stress Post Traumatico (DSPT) o Post Traumatic Stress Disorder (PTSD).
Il dottor Irit Akirav, che ha guidato l’esperimento, ha studiato il comportamento di un gruppo di ratti, con i sintomi del DSPT. Sono stati scelti questi animali perché presentano, come l’uomo, reazioni fisiologiche simili in presenza di stati di stress ed eventi traumatici.
Nella ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Neuropsychopharmacology, gli animali sono stati sottoposti ad estreme sollecitazioni di stress e divisi in 4 gruppi. Al primo non è stata somministrata della cannabis, al secondo è stata fatta un’iniezione dopo un paio d’ore, al terzo dopo 24 e al quarto dopo 48ore.
Trascorsa una settimana gli studiosi hanno rilevato che continuavano a presentarsi tutti i segni di del DSPT nel gruppo che non aveva avuto marijuana e in quello a cui era stata somministrata dopo 48 ore, al contrario di quanto era avvenuto negli altri gruppi.
Infatti, nei ratti che erano stati trattati con iniezioni di cannabis tra le 2 e le 24 ore successive al trauma, i sintomi dell’esperienza negativa erano stati eliminati, ma rimaneva comunque un alto livello di ansia e stress. Così il dottor Akirav spiega che “la marijuana non cancella l’esperienza del trauma ma che impedisce lo sviluppo dei sintomi a posteriori” che riguardano per esempio, un calo dell’attenzione, depressione e senso di stordimento.
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