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23/11/2011 08:55:47

Salvalarte Sicilia: "40 siti rischiano di morire"

“Siamo già arrivati – dichiara Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali di Legambiente Sicilia - a quota 40 siti che corrono il rischio di essere cancellati. La nostra campagna per la salvaguardia del nostro immenso patrimonio artistico sta ottenendo una grande riscontro da parte dei cittadini che ci scrivono segnalandoci nuovi casi di degrado. Il nostro obiettivo è quello di cancellare dalla black list il maggior numero possibile di siti, e per questo motivo saremo instancabili nel sollecitare le istituzioni preposte ad attivarsi per la salvaguardia dei beni”.

Per segnalare i monumenti basta scattare una foto al bene ed inviarlo, con un breve testo di 8 righe, all’indirizzo salvalartesicilia@libero.it. Le foto saranno, quindi, pubblicate sul sito www.salvalartesicilia.it, dove si trova l’elenco completo.

La quarta black list comprende

31. Villa Alliata di Pietratagliata (Palermo)
L’ottocentesco edificio in stile neogotico è in totale degrado e nell’aprile 2011 è stato posto sotto sequestro. L’impianto tardo-settecentesco fu trasformato nel 1885 in un elegante residenza con motivi di evidente influenza gotico-catalana e venne impreziosita nei partiti architettonici di facciata con numerosi elementi decorativi.
Oggi i prospetti della Villa mostrano, in gran parte, estese spaccature e lesioni, anche a causa delle infiltrazioni d’acqua. All’interno i soffitti sono quasi tutti crollati e il giardino circostante è in totale stato d’abbandono, infestato da vegetazione spontanea. Sono entrati spesso i ladri che hanno portato via maioliche, pannelli incastonati al soffitto, vetri colorati a mosaico e altro.

32. Castello di Lombardia (Enna)
Gli studi confermerebbero delle preesistenze edilizie su cui sarebbe poi stato impostato il castello di età federiciana, danneggiato dopo la morte di Federico II dagli ennesi come conseguenza di moti di ribellione; in parte ricostruito da Manfredi e in seguito interessato da ulteriori interventi edilizi di età moderna. A causa delle loro caratteristiche mineralogiche e chimiche, le murature giunte fino a noi versano in un grave stato di corrosione superficiale, causato dall’azione degli agenti atmosferici nelle superfici esterne, dalle infiltrazioni e dalle incrostazioni in quelle che si trovano all’interno, e che pertanto necessitano di una tempestiva opera di messa in sicurezza per la salvaguardia della statica del monumento.

33. Palazzo Signorelli (Castelvetrano, TP)
Continua a scomparire: dopo che nel 2008 è crollata la torretta belvedere, una struttura intelaiata con finiture fittili (di essa restano soltanto le macerie all’interno del Palazzo da recuperare prima possibile), ci sono adesso altri cedimenti nelle parti strutturali interne, solai e muri portanti.
Il Palazzo è l’unico esempio, nella Sicilia occidentale, di edificio liberty realizzato con facciate e torretta in terracotta monumentale, interamente realizzato dallo stabilimento di ceramica di Enrico Vella di Caltagirone, tra la fine del XIX e XX secolo.
Un edificio complesso, importante per le nuove tecniche di costruzione sperimentate in Sicilia dai Vella. Adesso, non ci rimane che cercare di “salvare almeno le facciate”.

34. Chiesa Sant’Anna prima (Malfa – Salina, ME)
Sorge su un pianoro di Capo Gramignazzi, nella contrada Capo Faro. La Chiesa, adibita poi a cimitero, è così denominata perché si differenzia da altri templi omonimi presenti in zona, a testimonianza di un culto molto sentito. E’ stata edificata intorno all’anno 1700. Ma vi sono serie possibilità che la costruzione sia ancora precedente e che in realtà si tratti di un restauro dell’oratorio edificato addirittura nel 1606, dedicato proprio a Sant’Anna. A partire dal XIX secolo, nonostante l’editto napoleonico che lo vietava, la Chiesa venne adibita a cimitero anche nella parte esterna. Purtroppo il campanile di cui era ornata è crollato da diversi anni e tutto l’insieme, se non si interverrà immediatamente, sembra destinato ad un declino irreversibile.

35. Graffiti dell’Addaura (Palermo)
Chiusa intorno al 2004, la grotta, come tutta l’area circostante, è stata dichiarata inagibile e posta sotto vincolo per il pericolo di caduta massi. Da allora un silenzio lungo sette anni è sceso su queste rarissime incisioni risalenti a circa 12 mila anni fa.
Eppure, sebbene il sito archeologico risulti ufficialmente chiuso, chiunque in realtà può “visitarlo”. Non c’è alcuna sorveglianza e la cancellata che dovrebbe proteggere i graffiti in alcune parti è stata divelta o deformata. Chiunque può entrare nella grotta e far ciò che vuole dei preziosissimi reperti. La strada che conduce al sito è costellata di discariche e l’esterno della grotta è pieno di graffiti ma di altro genere: scritte con la vernice spray e con i pennarelli.

36. Contrafforte Tondo Vecchio (Caltagirone, CT)
Nel 1766 fu aperta la nuova strada Carolina che, dal centro cittadino, conduceva al piano di Santa Maria di Gesù e alle ville. L’architetto Francesco Battaglia inserì un monumento che, prendendo spunto dal paesaggio, faceva parte della nuova strada. Nacque, così, il Tondo vecchio, il cui lato aperto guardava verso il mare facendo da spalliera ad un sedile semicircolare.
Il sedile fu arricchito dagli stemmi della città, della Sicilia e della dinastia borbonica e da lapidi commemorative a ricordare il fausto evento delle nozze di Ferdinando e Carolina. A completare il monumento, dalla parte opposta della strada, un altro sedile, raccordato al primo con piastroni.
Oggi è venuto il momento di progettare il suo restauro, anche per tramandare alle future generazioni un pezzo della nostra storia intrisa di amore per il bello.

37. Duomo normanno (Naro, AG)
E’ stato costruito nel 1089 per volere di Ruggero d’Altavilla, primo conte di Sicilia. Per secoli è stata la chiesa più importante della città, fino a quando, nel 1867, fu chiusa al culto per il degrado che l’attanagliava. La sua mole, insieme a quella del castello chiaramontano, domina dall’alto la città. Particolarmente significativo è il portale d’ingresso in tipico stile chiaramontano, con un arco a sesto acuto poggiato su un gruppo di quattordici colonnine. La struttura, restaurata nei primi anni Duemila, è ad oggi puntellata e non fruibile al pubblico in seguito alla frana che ha colpito il centro abitato nel febbraio del 2005.

38. Chiesa di San Michele Arcangelo (Monforte San Giorgio, ME)
Si presenta oggi in modo complesso con resti murari inglobati in corpi edilizi adibiti a civile abitazione. Il  prospetto interno sud evidenzia tre arcate a sesto acuto. Nel prospetto esterno est  il muro  presenta nella parte centrale due tagli che presumono l’esistenza di un’abside circolare, successivamente tagliata e tamponata. II prospetto interno ovest mostra un portale rifinito con  blocchi regolari di pietra calcarea e una trave in legno che divide in due parti la muratura.
Il complesso si trova in condizioni di evidente e avanzato degrado sia per l’azione del tempo, sia soprattutto per la scriteriata mancanza di manutenzione. I muri sono parzialmente ricoperti da vegetazione sia sulla parte inferiore che in quella superiore.

39. Hangar per dirigibili (Augusta, SR)
La sua costruzione ebbe inizio durante la fase avanzata della prima guerra mondiale. La sua funzionalità andò perduta con il disimpiego del dirigibile come mezzo bellico. Nel 1926-1927 l’hangar rimaneva definitivamente vuoto.
L’imponente struttura (ml. 105,60x45,20x37) ha le dimensioni pari a 81000 m3 circa.
Nel dicembre 1987 l’Assessorato dei Beni culturali ha posto sull’hangar il vincolo monumentale, tutelandolo per “l’eccezionalità delle caratteristiche costruttive che lo contraddistinguono” e come “prezioso esempio di architettura militare…e valida testimonianza sullo stato dell’arte delle grandi costruzioni in cemento armato dell’inizio del secolo”.
Questo monumento è oggi minacciato dalle angherie del tempo e ci trasmette un senso di totale abbandono.

40. Tonnara dell’Orsa (Cinisi, PA)
La concessione per la Tonnara dell’Orsa fu data da re Ludovico di Sicilia a Corrado de Castellis nel 1344. Nel 1382 pervenne al Monastero dei Benedettini di San Martino delle Scale e fece parte dell’immenso patrimonio dei frati per quasi cinque secoli.
Nel 1569 il malfaraggio venne ingrandito e restaurato, assumendo l’aspetto attuale e inglobando la Torre trecentesca.
La Tonnara è stata restaurata anni fa con un intervento della Soprintendenza di Palermo.
Purtroppo la diffusa e persistente irresponsabilità ha fatto tornare questo straordinario patrimonio nell’oblio e nel degrado. Oggi si sta inesorabilmente perdendo.