In tal modo rimangono quasi all’asciutto le vittime di mafia e i loro familiari che, con la legge di stabilità per il 2012, si sono visti tagliare 10 milioni di euro sui 12 fino a quel momento destinati al fondo destinato a chi ha subito reati di tipo mafioso, compresi racket e usura.
“La lotta alle mafie” dovrebbe essere considerata una priorità dell’azione di qualunque governo in questo Paese.
Il prezzo che l’Italia paga alla criminalità organizzata in termini civili, morali, politici ed economici è tale da rappresentare uno degli ostacoli principali del nostro sviluppo.
In un periodo di difficoltà critiche e ricostruzione, questo sforzo economico deve essere considerato “un investimento, non un costo”.
Dai tagli alle risorse non può nascere mai niente di buono, a meno che non si tratti di quelli agli sprechi.
Questi invece sono tagli alla legalità ancor prima che alla cultura.
Più nel dettaglio, a venire meno saranno per esempio anche i risarcimenti per le spese processuali. Per essere vittima in maniera civile, ci vogliono delle armi, che sono le battaglie legali. E queste armi hanno un costo, come insegna la storia delle stragi, che è la storia delle vittime che si sono date da fare per avere una verità.
Ma il problema, è a monte, perché “vittime si diventa, quando lo stato è assente”.
E allora, per spiegare le ragioni di questi tagli, occorre innanzitutto capire se esiste una volontà politica di combattere la lotta alla mafia.
Se la mafia fa politica, la fa proprio in questo modo, asciugando le risorse.
Ma in questo caso non credo ci sia stata un’intenzione mirata quanto piuttosto l’ignoranza nel pensare che queste siano questioni secondarie per il nostro Paese e forse anche l’antipatia che certa politica ha nel trattare questi argomenti.
Il “fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura”, rappresenta non solo il doveroso intervento dello Stato a fianco di cittadini che già hanno sofferto e spesso contrastato la criminalità organizzata, ma anche uno degli strumenti più efficaci per combatterla.
Al nuovo governo chiediamo che venga rivista tale decisione e che il Fondo venga ripristinato.
Dipartimento regionale politiche territoriali per l’educazione alla legalità di Italia dei Valori