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10/12/2011 05:45:04

Truffa. Tre imprenditori di Petrosino condannati a risarcire

I fatti risalgono al 1999. La Helios Snc, di Giuseppe Saracino e Vincenzo Pisciotta, chiese e ottenne i contributi a fondo perduto previsti dalla legge 488/1992 per realizzare una struttura turistica a Castellammare del Golfo.
La società ottenne due miliardi e 700 milioni di lire a fronte di una spesa ammissibile di poco più di sei miliardi. Nel 2003 ai soci subentrarono Antonino Bonomo e i suoi due figli.

Qualche anno dopo, durante l’attività di controllo la Guardia di finanza accertò che l’immobile che si doveva realizzare con quei finanziamenti in realtà già esisteva: era stato costruito negli anni ’90 e la Helios si era limitata solamente a rifinirlo e ristrutturarlo. L’albergo, inoltre, non si trovava a Castellammare del Golfo, come da richiesta di finanziamento, ma a Kartibubbo, vicino Campobello di Mazara. Ed era pure abusivo.

Inoltre, la società aveva messo su un vasto e complicato giro di fatture gonfiate per forniture di beni e servizi per poter accedere ai finanziamenti, che finivano canalizzati sui conti correnti dei tre soci direttamente o attraverso dei fornitori compiacenti.

Antonino Bonomo (che della società, oggi fallita, era anche rappresentante legale e amministratore) dovrà restituire 750.000 euro, e i figli Francesco e Giovanni dovranno ridare allo Stato contributi ottenuti per altri 500.000 euro
La condanna in appello arriva ad un anno e mezzo dalla sentenza di primo grado. In quell’occasione i giudici ritennero provata “la condotta dolosa” della famiglia Bonomo. I tre avevano “creato i falsi presupposti per ottenere un finanziamento che non hanno mai utilizzato per i fini per i quali era stato concesso ma per arricchire i propri conti”.

Antonino Bonomo e i suoi figli, insieme ad altre cinque persone, finirono in manette il 18 Agosto 2004. I beni della società sono stati confiscati nel 2007, ma l’amministratore giudiziario, Alessandro Scimeca dovette arrendersi di fronte alla situazione finanziaria disastrosa: patrimonio immobiliare inesistente, passività per quasi 2,5 milioni di euro, perdite per 5 milioni di euro.

Le truffe perpetrate ai danni dello Stato con l’indebita percezione di contributi pubblici su lavori inesistenti o gonfiando a dismisura le fatture è una piaga che in provincia di Trapani sembra non arrestarsi. Lo scorso 20 ottobre la polizia tributaria ha sequestrato a Castelvetrano un complesso alberghiero da 9 milioni di euro nell’ambito di un’indagine sull’illecita percezione dei fondi pubblici, accertando un sistema di frode posto in essere tra il 2006 ed il 2009 (società di comodo, lavori dichiarati e mai svolti, falsi aumenti di capitali sociali, fittizi pagamenti di forniture) che ha comportato un danno erariale di 5,8 milioni di euro.