Le sottolineature poste dal commissario Noto riguardano i precari che prestano servizio negli Iacp siciliani esclusi da ogni procedura seria di stabilizzazione.
“L’esperienza di Commissario di questo IACP – scrive Noto - mi ha portato a conoscere la realtà complessa di un Ente che, seppure tra mille difficoltà, deve dare quotidianamente le risposte necessarie a garantire un livello decente di vivibilità nei quartieri popolari abitati dai cittadini meno abbienti della società. E’ proprio l’esercizio quotidiano di fornire risposte e non silenzi e nemmeno rinvii che oggi mi porta ad affermare che a proposito di precari non tutte le risposte dovute vengono date, e tanti lavoratori oggi restano sospesi in attesa di chissà quali eventi, mentre sono chiamati ogni giorno allo svolgimento di un lavoro responsabile senza certezze sulle dovute contropartite”.
Il dott. Noto si sofferma ancora sulla esperienza presso l’Iacp di Trapani: “Qui – dice - ho avuto modo di apprezzare lo sforzo del personale dello IACP che con professionalità e, spesso, senza i giusti riscontri economici che fanno parte dello status di altre pubbliche amministrazioni, portano avanti le tante problematiche che sono chiamati ad affrontare. Tra il personale dipendente considero a buon diritto anche i lavoratori a tempo determinato, cd. Precari, che seppure prestano ormai da oltre 10 anni il proprio servizio presso questo Ente, ancora sono costretti dibattersi nelle pieghe di questa farraginosa legislazione, per aspirare, così come per i tanti dipendenti della Regione Siciliana, alla stabilizzazione del proprio contratto di lavoro”.
La riflessione del commissario Noto è scaturita dall’apprendere delle decisioni asusnte a livello legislativo e che però riguardano solo una parte di lavoratori precari: “Fanno male a tali dipendenti le notizie di continui provvedimenti di stabilizzazione delle migliaia di dipendenti della Regione o di Enti più o meno regionali, che li vedono costantemente esclusi malgrado la natura degli IACP dell’isola sia quella di Ente strumentale della Regione con tutti i vincoli normativi del caso che, in atto, addirittura impediscono il processo di stabilizzazione realizzato per i dipendenti regionali. Tale condizione viene vissuta con disagio dai precari dello IACP che si vedono considerati come cittadini di “serie B” , con gli stessi doveri ma senza i medesimi diritti dei propri colleghi provenienti dal bacino d’utenza del precariato”.
Infine l’appello finale al presidente della Regione Raffaele Lombardo: “Sono certo che l’attenzione sulla centralità della persona umana, trovi cittadinanza anche per costoro, così da fare prevalere quel criterio di giustizia sociale che possa dare una risposta alle legittime aspettative di tali dipendenti”.