La norma stanzia 7,8 milioni di euro a copertura della spesa.
L'assemblea regionale ha confermato il contratto di 800 precari che aveva fatto saltare sulla sedia il commissario dello Stato, Carmelo Aronica. Il prefetto chiamato a giudicare la legittimità costituzionale degli atti siciliani aveva impugnato il provvedimento prenatalizio dell'Assemblea che prevedeva la stabilizzazione di 800 precari e una corsia preferenziale per altri 400 all'interno di un nuovo mega-concorso da 800 posti. Un'assurdità, ha valutato il commissario, tenuto conto tra l'altro delle dimensioni già ragguardevoli della forza lavoro della Regione (20mila dipendenti). Aveva dunque fatto ricorso alla Consulta, soprattutto perchè i cento milioni necessari alla stabilizzazione sarebbero irreperibili nel bilancio dei prossimi anni: nessuna copertura.
Ma ieri il governo siciliano ha presentato in aula un emendamento per prorogare per tre mesi i contratti degli ottocento. La copertura per questo intervento sono quasi 7,8 milioni di euro che trovano riscontro, è stato spiegato, nel bilancio pluriennale della Regione per il triennio 2011-2013. L'emendamento è stato approvato dall'aula.
Nella norma si chiarisce che gli ottocento sono «lavoratori altamente specializzati della Regione», tra cui i quelli della centrale operativa della Protezione civile, dell'agenzia regionale dei rifiuti e dell'assessorato al Territorio e ambiente. La Cgil applaude: proprio ieri il sindacato regionale chiedeva «una proroga dei contratti» in risposta al commissario.
L'Aula ha approvato un emendamento del governo che aumenta da due a tre mesi il periodo di esercizio provvisorio.
RIMANE LA DOPPIA INDENNITA'. Salvi. Almeno per quel che riguarda l'indennità degli assessori regionali in Sicilia. La Presidenza dell'Assemblea regionale siciliana ha dichiarato inammissibile un emendamento all'esercizio provvisorio che aboliva una delle due indennità percepite dagli assessori non eletti. Cioè a tutti i tecnici, voluti dal governatore siciliano Raffaele Lombardo nella sua squadra di governo, sarebbe dovuto corrispondere solo il compenso di assessore e non anche quello di parlamentare della Regione. Insomma sarebbero passati dagli attuali 14.200 euro circa a 4mila euro. La norma, bocciata perché non compatibile alla materia trattata, era stata presentata dai capogruppo del Pid Rudy Maira, dal capogruppo Udc Giulia Adamo, dal capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini e dal deputato Paolo Ruggirello che proprio oggi ha lasciato il Mpa per transitare al gruppo Misto. Ma Maira avverte: «Ripresenteremo la norma, magari all'interno di un disegno di legge organico sui costi della politica. Abbiamo tagliato i costi dei deputati non capisco perché non possiamo intervenire anche sugli assessori».
LA SALVA PARENTI- Non passa, invece, la cosiddetta norma «salva parenti». Il testo, bocciato con voto segreto dall'Aula stabiliva la proroga di un anno nell'applicazione dei criteri di incompatibilità tra le cariche di assessore e di consigliere nello stesso Comune, prevedendo anche l'impossibilitá tra parenti entro il secondo grado di far parte della stessa amministrazione. Quindi dal primo gennaio a Marsala, per fare un esempio, ci sarà l'incompatibilità tra l'assessore Martinico e suo fratello, che è consigliere comunale.