E dall’analisi dei rilievi, emergerebbe che il poeta-cantante non aveva rispettato la precedenza uscendo da una traversa in sella al suo scooterone, mentre l’imputato - il ventenne Antonino Mastrantonio di Salemi - procedeva ad una velocità superiore a quella imposta nei centri abitati. Udienza clou quella di ieri davanti al giudice monocratico di Marsala, che sta processando
Mastrantonio per omicidio colposo. Parte civile si sono costituiti i figli del cantante, Marco e Dorotea, e i fratelli Domenico, Rosa, Angela, Antonio, Salvatore, Marco Giovanni e Maria Grazia (assistiti dagli avvocati Davide Schillaci, Laura Montana e Roberta Barbera).
L’esperto nominato dalla procura marsalese ha sostenuto in udienza che la velocità dell’auto guidata da Mastrantonio si attestava sui 70 km
orari, superiori ai 50 previsti nelle strade urbane. E procedendo ad un’andatura inferiore, ha aggiunto il tecnico, Mastrantonio avrebbe avuto
il tempo di evitare lo schianto. L’andatura di marcia del ciclomotore di Mario Bonura, invece, era sui 25 km orari.
È stato sentito anche il comandante dei vigili urbani che il pomeriggio del 28 luglio di due anni fa eseguì i rilievi tecnici in via Favara, nel centro
della cittadina trapanese dove Mario Bonura viveva da anni. L’impatto tra la vettura di Mastrantonio, figlio dell’ex sindaco di Salemi, e lo scooter di Bonura fu inevitabile, così grave da non lasciare scampo al cantante che morì sul colpo, nonostante indossasse il
casco che peraltro teneva allacciato. A maggio, quando riprenderà il dibattimento, sarà ascoltato Girolamo Vitellaro, consulente tecnico nominato dai difensori della famiglia Bonura.