Ci vogliono dunque 120.000 euro circa per organizzare due mostre. “A parte l’affitto delle opere- spiega Licari- ci sono le spese di assicurazione e trasporto. Che non sono indifferenti. Per esempio, per la mostra Paesaggi d’Italia, abbiamo pagato il trasporto di 19 opere provenienti ognuna da una diversa regione italiana”.
A questi 120.000 euro, bisogna poi aggiungere i soldini che l’ente ha speso per le altre mostre e attività culturali organizzate nel corso del 2011. Una spesa non indifferente, che di solito viene coperta in toto dal Comune di Marsala, proprietario dell’ente.
“Il Comune- continua Licari- ci concedeva ogni anno circa 280.000 euro per finanziare tutte le attività culturali e per pagare i 4 stipendi dei dipendenti interni all’ente. Quest’anno, invece, abbiamo subito tagli consistenti: in bilancio ci sono stati tolti ben 35.000 euro. Di questi, 4.000 euro ci sono stati poi abbonati alla fine dell’anno sotto forma di contributo straordinario. Ma non bastano a pagare le spese che avevamo già ponderato prima dell’approvazione del bilancio comunale. Per esempio, la mostra di Ugo Attardi non possiamo finire di pagarla”.
Come pensate di estinguere il vostro debito?
“Per fortuna, l’ente che ci ha prestato le opere di Attardi ormai ci conosce: aspetteranno il tempo utile per poter colmare il nostro debito. Ma indubbiamente, anche in vista di un altro anno di crisi per le casse comunali, siamo costretti a stringere la cinghia nel 2012”.
In che modo?
“Stiamo pensando di sfruttare le 1200 opere di proprietà dell’ente. Con queste, possiamo organizzare 4 mostre a tema a costo zero, inserendole a rotazione durante l’anno. In più, già da tempo, cerchiamo di adottare tutti gli escamotages possibili per risparmiare. Cerchiamo, per esempio, di razionalizzare le spese di trasporto facendo coincidere il viaggio di ritorno di alcune opere con quello di andata delle opere della mostra successiva. Stiamo inoltre lavorando molto con le opere in comodato gratuito. In pratica, l’artista ci presta le opere gratis nel periodo in cui non gli servono”.
Ricevete soldi solo dal Comune?
“Sostanzialmente sì: il Comune di Marsala è il nostro maggiore erogatore. Fino a due anni fa, anche la Provincia di Trapani ci concedeva qualche contributo, ma dopo alcuni screzi politici ha smesso”.
Non avete partners pubblicitari?
“Sì, alcune aziende ci danno un contributo annuale, ma si tratta di somme esigue”.
E le altre piccole attività culturali di cui vi occupate non vi fruttano a livello economico?
“No. Per ospitare un convegno, percepiamo la modica cifra di 100 euro. Mentre i 20 euro a persona chiesti per i corsi di pittura e calcografia, che abbiamo organizzato quest’anno, sono andati ai docenti”.
Vengono celebrati anche i matrimoni civili qui al Convento del Carmine…
“Sì, ma i soldi vanno al Comune. Noi percepiamo la metà degli introiti solo nel caso in cui il matrimonio è celebrato durante l’orario di apertura dell’ente”.
Progetti per il futuro?
“Il nostro obiettivo è continuare a promuovere la cultura siciliana. Tanto che ospitiamo sempre opere di artisti che hanno a che fare in qualche modo con la Sicilia. Per esempio, Attardi, pur non essendo siciliano, ha vissuto dieci anni a Palermo. Possiamo comunque anticiparvi che, per l’anno in corso, abbiamo in progetto una mostra di grande importanza in collaborazione con Palazzo Riso di Palermo, dal titolo “Le città del Mediterraneo”. Sono stati identificati 8 siti in tutta la Sicilia. Ogni sito scelto ospiterà una mostra dedicata a una città del Mediterraneo. L’Ente Mostra di Pittura è stata abbinata alla città di Marsiglia e a giugno ospiterà 10 artisti in estemporanea”.
Nonostante i tagli, l’Ente Mostra di Pittura è molto cresciuto come centro culturale marsalese negli ultimi anni…
“Sì, in realtà siamo cresciuti a livello nazionale- conclude Felice Licari- Ormai le varie istituzioni d’arte ci conoscono e si fidano. Tanto che alcune ci prestano gratuitamente delle opere. E anche questo ci permette di risparmiare. In più, negli ultimi tempi, alcuni artisti ci hanno regalato le loro tele. Si tratta di opere di alto valore economico che, oltre ad arricchire la nostra pinacoteca permanente, ci ripagano in qualche modo dei sacrifici fatti”.
Pamela Giampino