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30/01/2012 05:10:19

Processo Golem. "L' autorevolezza di Messina Denaro negli equilibri di Cosa Nostra Palermitana"

E' questo quello che abbiamo rilevato dalle indagini, dalle trascrizioni e dalle intercettazioni che abbiamo fatto. Matteo Messina Denaro non è il capo di Cosa Nostra, ma la sua figura di autorevolezza si inserisce come equlibratrice delle controversie interne ai mandamenti e alle famiglie mafiose palermitane". Lo ha detto il Colonnello Jacopo Maria Mannucci al processo che vede imputato Matteo Messina Denaro e tredici suoi fiancheggiatori.

Mannucci ha parlato di fronte alla corte presieduta da Sergio Gulotta, dove è ripreso questa mattina nell’aula “Paolo Borsellino” del Tribunale di Marsala il processo che vede imputati Matteo Messina Denaro e tredici suoi fiancheggiatori, scaturito dall’operazione “Golem 2” diretta dal Dipartimento Distrettuale Antimafia di Palermo.

 

09,00 - Al processo Golem oggi sarà la volta delle importanti testimonianze dei testi: Mannucci Benincasa, Lopane e Lo Piano. Il Colonnello dei Carabinieri Jacopo Mannucci Benicasa - atteso già nelle udienze precedenti - è stato fino a settembre 2009 a capo del reparto operativo del capoluogo siciliano. Ha seguito diverse indagini che hanno portato in carcere per mafia 258 persone (tra cui 4 latitanti di spicco). Tra le operazioni più importanti da lui coordinate c’è la “Perseo”, che fece fallire i tentativi di ricostituzione della “cupola” di Cosa Nostra, in cui si inserisce la figura di Matteo Messina Denaro - sempre più centrale - specie dopo gli arresti di Bernardo Provenzano prima e Salvatore e Sandro Lo Piccolo dopo. Ad oggi gli unici testimoni ascoltati nel corso del dibattimento sono: Calamia e Clemenza.

Pasquale Calamia è consigliere comunale del PD di Castelvetrano, durante la sua audizione ha ricordato la serata del novembre 2008, in cui subì l’incendio della villetta di Triscina di proprietà della sua famiglia. Un vero shock che ha condizionato e condiziona tutt’ora la sua vita privata, l’attività e l’impegno politico. L’altro teste è Nicola Clemenza, un insegnante e imprenditore agricolo di Partanna che nel 2008 è stato il promotore e cofondatore assieme ad altri soci del “Consorzio Tutela Valli Belicine”. Attività nata per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’olio, proposto ad un prezzo di garanzia per i lavoratori. L’attività di Clemenza non andò a genio alla famiglia mafiosa locale, e così, nella notte tra il 30 e il 31ottobre 2008, a poche ore dalla prima riunione del consorzio fu vittima di un attentato incendiario in cui è andata completamente distrutta la sua autovettura e parte della sua abitazione.

Carlo Rallo