Quella che porta a Marsala. Dopo pochi mesi dall’ultimo intervento, oggi l'asfalto si va sbriciolando giorno dopo giorno, creando insidiose buche e scarificazioni. Insomma, entrambe costituiscono un autentico pericolo per automobilisti e soprattutto per qualche incauto motociclista. Due esempi macroscopici di come si facciano i lavori in Sicilia sotto gli occhi di tutti su cui nessuno interviene, salvo quando si consumano le tragedie. Ma l’argomento che vorrei trattare non è la viabilità. Ebbene, lungo la tortuosa strada che s’inerpica per la collina per giungere in paese, l’attenzione dell’automobilista viene attratta da una ventina di variopinti cartelloni, fatti installare dall’amministrazione comunale qualche anno fa. Alcuni dei quali quasi subito sfregiati dai soliti sciocchi vandali, e mai fatti restaurare, come promesso dagli amministratori. Ennesima testimonianza di un’ avvilente incuria. Uno di questi cartelli annuncia che il visitatore sta per entrare nella “Città del dialogo tra Religioni”. Un biglietto da visita piuttosto impegnativo ancorché evocativo di un ricco passato storico, di cui a ragion veduta la cittadina normanna può menar vanto. Le Religioni a cui si fa implicito riferimento sarebbero la Cristiana, l’Ebraismo e l’Islamismo. Un argomento questo, in verità, più volte affrontato dalle varie amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi venti anni. Ad esempio più volte si parlò nel corso anni dell’imminente costruzione di una Sinagoga: sarebbe dovuta sorgere all’interno della Giudecca, che, come denuncia il nome, era il quartiere ebraico della città. Sembrava cosa fatta. E invece, tutto svanito nel nulla. Di quella Fondazione israeliana non se ne seppe più nulla. Discorso ripreso poi da Vittorio Sgarbi quando, all’indomani dalla sua elezione a sindaco promise di fare di Salemi “la città del dialogo tra le religioni, perché lì ci sono testimonianze delle tre religioni monoteiste e quindi Salemi diventerà un luogo del pensiero, della mente e della spiritualità dove si discute di ciò che le religioni hanno in comune e che possono condividere” . E difatti di lì a poco diede vita al “Festival della Cultura Ebraica e d'Israele” . Avrebbe dovuto essere “un'occasione unica in Italia per riflettere su complessità e ricchezze del mondo ebraico e per testimoniare una storia e una tradizione di tolleranza e civiltà.” Si era nel lontano2009. Ma tutto rimase nel libro delle buone intenzioni. Messo da parte l’Ebraismo, ora è il turno dell’Islam. Dopo il Rabbino, l’Emiro. Si vorrebbe realizzare una grande moschea che diventi il luogo di preghiera di tutti gli arabi di Sicilia. Lo ha proposto Vittorio Sgarbi all’Emiro del Qatar, Sheik Hamad Ben Kaliffa Al Thani, facendo sapere che ha formalmente dato la disponibilità a concedere il terreno all’interno del quartiere arabo del Rabato, che anche questo si trova nel centro storico della città.Per Sgarbi è importate che “per i cittadini di cultura e lingua araba si provveda a costruire una moschea a Salemi. Lo impone la Storia». Una delegazione del Qatar, accompagnata dall’assessore Tania Riccò e dal consigliere comunale Fabrizio Gucciardi (che è anche il delegato regionale della Confime,la Confederazione delle imprese del Sud) ha visitato il centro storico di Salemi, soffermandosi in modo particolare nel quartiere arabo del Rabato. Intanto dopo quello per la Vice Sindaca Sgarbi fa sapere che ha messo al bando anche un posto di assessore. Sarà riservato a soli uomini di età compresa tra i 25 e i 60 anni, e i candidati oltre a non essere iscritti ad alcun partito “non dovranno essere pelati”. La notizia la pubblichiamo, anche se qualcuno crede di ironizzare sulla nostra presunta credulità. Ce lo impone il rispetto che abbiamo verso le istituzioni e perché prendiamo sul serio tutto ciò che prodotto dagli Uffici comunali e reso pubblico su carta intestata del Municipio.
Franco Lo Re