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21/02/2012 05:20:39

Continua a Marsala l'abbattimento delle case abusive costruite sulla riva del mare

Nei giorni scorsi le ruspe sono tornate in azione nei pressi del Lido Signorino, in contrada Berbaro Rina, per abbattere il sesto immobile della lista dei 22. Altri 500 sono in attesa. Di questo passo ci vorranno una decina di anni per finire, ma è importante comunque il senso di un ripristino della legalità che si sta dando dopo anni di abusi di ogni genere nel territorio di Marsala. Il sesto immobile abbattuto è un  garage appartenente a tre fratelli. L'operazione è stata complicata perchè è stato deciso, in realtà, di abbattere solo un terzo, ossia la parte di proprietà del signor Vito Laudicina, di circa 45 metri quadrati. Le operazioni si sono svolte alla presenza della Polizia, dei Vigili Urbani, della Guardia di Finanza, e degli stessi proprietari che hanno manifestato il loro dissenso, dichiarando di aver voluto più volte mettersi in regola nel corso degli anni passati, ma di non essere mai stati agevolati in queste operazioni dai politici di turno, i quali non hanno mai affrontato la situazione predisponendo una sanatoria. Sanatoria che, però, è impossibile, dato che la legge è molto chiara: entro i 150 metri dal mare non si può costruire. Purtroppo, chi ha costruito in quella fascia pensava di poter contare su una sanatoria, o - come tanti altri - avrebbe potuto falsificare le carte sulla data di elevazione della costruzione. Ma così non è stato. Sulla carta gli immobili da abbattere nella sola città di Marsala sono 539, per i quali il Comune è già da anni in possesso delle chiavi, chieste ai rispettivi proprietari. Le case, infatti, una volta che è stata acclarata la loro condizione, non sono dei privati, ma sono di proprietà del Comune, che ha l'obbligo di abbatterle (a meno che non si ravvede un'utilità sociale della costruzione). Con una lentezza esasperante, finalmente il Comune ha avviato le procedure per  la demolizione. Quelli abbattuti dal 19 settembre ad oggi fanno parte di un primo lotto di 23, per i quali il Comune ha proceduto ad un'apposita gara d'appalto. Ad eseguire le operazioni di demolizione è l’impresa Sicil Costruzioni di Alcamo. A protestare nel corso dell'abbattimento del sesto immobile c’era la famiglia Laudicina. <Nel ‘77 acquistammo  questa piccola casa per cui abbiamo anche pagato adesso 61 euro di ICI e la tassa sulla spazzatura. Avremmo voluto metterci in regola – dice Giuseppa Ottoveggio – ma non ce lo hanno mai consentito, prendendo tempo. Questa è la giustizia di adesso? Questa mattina il mare con tutte le sue alghe arrivava in strada, perché non utilizzano i soldi per sistemare la strada invece che spenderli per l’abbattimento delle case? E’ incredibile che taglino 45 metri quadri di una casa acquistata 33 anni fa che nell’86 non volevamo anche sanare>.