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14/03/2012 05:20:37

I preti di Marsala: "Preghiamo per Don Vito". Ecco il giro di assegni falsi e prestiti di Caradonna

E' l'appello che l'arciprete di Marsala, Padre Giuseppe Ponte, fa per Don Vito Caradonna, il prete marsalese al centro dello scandalo perchè raggiunto giorni fa da una misura interdittiva (il divieto di dimora a Marsala) a causa di un'inchiesta giudiziaria in cui è coinvolto: avrebbe raggirato un parrocchiano della sua chiesa, San Leonardo, alla periferia di Marsala, prendendogli soldi per circa 70.000 euro. Dietro questo comportamento una dipendenza dal gioco. Pare che padre Caradonna fosse un acquirente compulsivo, in una ricevitoria di Via Salemi, di Gratta e Vinci. Una volta arrivò a vincere anche 50.000 euro.

"Gli siamo stati vicini ed abbiamo cercato di aiutarlo in tutti i modi" aggiunge Padre Ponte, facendo intendere che tra i sacerdoti di Marsala si sapeva già da tempo della debolezza di quel prete. Anzi, alcuni preti gli avrebbero prestato dei soldi, finendo anche loro truffati. 

Dove sia oggi Padre Caradonna lo sanno solo i suoi familiari più intimi ed il Vescovo di Mazara del Vallo, Monsignor Domenico Mogavero: "Gli sto vicino, perchè è mio dovere stare vicino a tutti i preti della mia diocesi quando attraversano momenti di difficoltà come questo", dichiara. Il suo domicilio legale è stato eletto al Seminario Vescovile di Mazara del Vallo.

In contrada San Leonardo la gente è un po' arrabbiata. Innanzitutto, da quando Padre Caradonna è stato mandato via, la Chiesa apre solo per la messa domenicale e niente più. "Sono stati sospesi i corsi per il catechismo e quelli di preparazione al matrimonio  - dice una negoziante vicino la Chiesa - e anche la messa è solo una, la domenica, celebrata dai sacerdoti del Monastero di Birgi".

Ma la rabbia aumenta quando si parla di Padre Caradonna. "Lo dicevo io che era strano, come parrino - dice il cliente abituale del bar vicino la chiesa - perchè era sempre che traffichiava, sempre con il telefonino in mano, ed un sacco di appuntamenti...". Parlando con gli abitanti emerge poi che un po' tutti avevano prestato soldi a padre Caradonna. Poche cose, piccole offerte. Ma parlando con i cittadini di San Leonardo emerge una storia di due anni fa: "Padre Caradonna decise, insieme al consiglio della parrocchia, di anticipare la festa di San Leonardo dall'autunno all'estate, per fare venire più gente. E fece le cose davvero in grande: la banda, i giochi pirotecnici, la processione". Poi successe una cosa strana: "Dopo la festa, risultò che molti sponsor avevano pagato, ma a loro non era stata rilasciata ricevuta. Mentre molti fornitori che fecero magliette, striscioni, catering, e altro, non furono pagati, perchè non c'erano soldi". Che fine avevano fatto quei soldi? "Ce lo chiedemmo anche noi, ma Padre Caradonna, per tutta risposta, mandò una raccomandata a tutti i membri del consiglio parrocchiale sollevandoli da ogni incarico. Insomma, non se ne seppe più niente".

Matteo, l'uomo al quale Don Vito ha sottratto (poi restituendoli) circa 70.000 euro approfittando della sua debolezza mentale, è molto conosciuto nella contrada. "E' un uomo bonaccione, assolutamente pacifico - raccontano al bar - viene qui, si prende un caffè, fuma una sigaretta dietro l'altra". E' tornato in questo stato mentale dalla Marina Militare, dove lavorava. Adesso vive con i genitori ed il fratello. Sono stati loro a scoprire cosa era successo tra il prete e il loro congiunto, ed a denunciare tutto tramite un avvocato. "Non è stato facile - dice un amico della famiglia che ha seguito da vicino il fatto - perchè, proprio a dimostrazione di quanto fosse sottomessa la famiglia della vittima nei confronti del parroco, fino all'ultimo non volevano denunciare nulla perchè, dicevano, contro a Chiesa un ci si mette"

C'è poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Domenica, durante la funzione religiosa, ad un certo punto è saltata la corrente. Con una rapida verifica i parrocchiani hanno scoperto che l'Enel vanta pagamenti arretrati per circa 600 euro. Un'altra tegola per la piccola laboriosa comunità di San Leonardo.

I NUOVI PARTICOLARI. Ma dall'indagine condotta su propri spunti investigativi da parte degli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza emergono nuovi particolari.  Da un accertamento alla Camera di commercio, infatti, è emerso che sono ben 17 gli assegni a vuoto protestati al sacerdote (difeso dall'avvocato Stefano Pellegrino), per un ammontare complessivo di 170.454 euro.
Tra le persone dalle quali il giovane parroco, ex cappellano del carcere, avrebbe ottenuto denaro  anche l’avvocato Antonino Sammartano, ex assessore della Giunta Carini e vicino di casa della famiglia di M.D.G.,  ma la circostanza è smentita dall'interessato.
Nel motivare il divieto di dimora entro i confini di Marsala, il gip sottolinea che la capacità del prete di continuare a spillare denaro non è venuta meno neppure a seguito del provvedimento del vescovo Mogavero, che lo aveva rimosso  dalla carica di amministratore dei beni della parrocchia.