Il rapace si trovava nelle vicinanze del cimitero di Erice sito in contrada Cappuccini con un’ala conficcata nei fili metallici della rete che delimita l’area demaniale “Runzi”. Per liberarlo è stato necessario recidere la rete metallica in prossimità dell’ala con l’ausilio di una cesoia, Il barbagianni è stato condotto presso l’ambulatorio veterinario del dottore Azzaro che ha fornito le prime cure del caso e poi presso il centro per il recupero della fauna selvatica di Ficuzza, in provincia di Palermo, per consentirne la piena riabilitazione prima di restituirgli la libertà.