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26/03/2012 05:12:55

A rischio i 4700 precari del pubblico impiego in provincia di Trapani. Oggi assemblea

Nel corso dell'assemblea, che vedrà la partecipazione del segretario generale della Fp Cgil Sicilia Michele Palazzotto e della segretaria generale della Cgil di Trapani Mimma Argurio, si parlerà della stabilizzazione dei lavoratori precari della Pubblica amministrazione.
Per il segretario provinciale della Fp Cgil di Trapani Nicolò Del Serro “è indispensabile dire basta al precariato e alle false illusioni”.
“E' giunto il momento - ha detto Del Serro - che le Istituzioni diano risposte concrete ai 4700 precari della provincia di Trapani che da oltre 20 anni svolgono attività lavorativa nella pubblica amministrazione e che, oggi, attendono certezze riguardo al loro futuro occupazionale.”

La tensione è aumentata dopo che la Regione Siciliana, che sta preparando il bilancio, ha ritirato alcuni provvedimenti, tra cui il rinnovo del contratto di lavoro per gli oltre 20.000 impiegati. Per questo rinnovo, fermo dal 2006, erano stati stanziati 40.000.000 di euro. E' stato proprio il Governo Monti a subordinare la concessione di aiuti alla Regione, soprattutto nel campo della sanità, a nuovi tagli per il costosissimo comparto del pubblico impiego e della gestione di enti locali inutili come le Province Regionali.  La scure sui precari invece si è abbattuta con l'intervento della Corte dei Conti che ha messo in evidenza l'inopportunità per i costi eccessivi della stabilizzazione.

SCALA. Il Presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, Giacomo Scala, chiede un incontro immediato al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, con l’obiettivo di trovare soluzioni per il personale precario dei comuni siciliani. L’ AnciSicilia sollecita un impegno congiunto della deputazione nazionale e del governo regionale in vista degli imminenti rinnovi contrattuali.

“La nostra preoccupazione – spiega Giacomo Scala – è che questa situazione abbia pesanti ripercussioni sulla coesione sociale dell’Isola con conseguenze disastrose per l’attività amministrativa degli enti locali. Durante l’incontro con Lombardo – aggiunge Scala – presenteremo un nostro documento in cui esporremo le proposte e le soluzioni possibili elaborate dall’AnciSicilia per affrontare il problema. A questo punto ci aspettiamo che, a seconda delle competenze e delle responsabilità, sia il governo nazionale che il governo regionale si impegnino a raggiungere un punto fermo su una situazione diventata insostenibile. A questo proposito è altrettanto indispensabile la condivisione di tutte le sigle sindacali che, da sempre, dimostrano una grande sensibilità verso questo annoso problema”.

Secondo il Presidente dell’AnciSicilia: “I precari della regione Sicilia hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo indispensabile per il corretto funzionamento degli enti locali. Sono una risorsa umana imprescindibile, una linfa vitale ed essenziale per il funzionamento degli uffici”.

“L’AnciSicilia – conclude Giacomo Scala – ha già pronta una piattaforma da sottoporre al Parlamento regionale e nazionale, affinché la situazione dei precari abbia una risoluzione tale da garantire ai lavoratori siciliani un futuro stabile e certo a invarianza di spesa e di saldi di finanza pubblica. E’ necessario e indispensabile rivisitare la legge 24/10 al fine di permettere percorsi di stabilizzazione certi e di normalizzare le piante organiche di molti comuni che, contrariamente a quanto si crede, risultano carenti del 40-50%”.

CARINI. Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindaco di Marsala, Renzo Carini, con una nota che pubblichiamo integralmente:

Con diverse note ho ripetutamente evidenziato quanto complessa e difficile da affrontare fosse la problematica legata alla stabilizzazione dei precari che operano presso gli Enti locali. L’intera vicenda, nei suoi molteplici aspetti, è stata più volte da me affrontata, congiuntamente alle OO.SS., con l’unico intento di trovare una soluzione che ponesse fine - definitivamente - all’annosa questione dei precari. Ho più volte dichiarato che le iniziative legislative poste in essere non sono tali da affrontare in maniera risolutiva il problema, tant’è che con una mia precedente nota (del maggio scorso) avevo comunicato come la “famigerata” circolare n.1 del 6 maggio 2011 fosse solo uno squallido esempio di come - di fatto - si voglia “scaricare” il problema sulle amministrazioni locali, con l’unico scopo di ingenerare false illusioni e aspettative. Purtroppo, i recenti pronunciamenti della Corte dei Conti mi hanno dato ragione. Tuttavia, a seguito agli articoli pubblicati sul Giornale di Sicilia del 20 marzo u.s., sento il dovere di esternare pubblicamente le mie valutazioni. Vero è che il contesto economico e finanziario dei comuni è estremamente critico, ma trovo assurdo ed ingiusto affermare che l’assunzione di detto personale non trova un collegamento con i concreti fabbisogni dei comuni. In questi cinque anni di amministrazione voglio affermare, senza falsa retorica, che ho trovato dipendenti seri e professionalmente validi per i quali il termine “precari” mi sembra sinceramente inadeguato. Tale inadeguatezza è ravvisabile sotto diversi aspetti: lavorano presso l’Ente da circa venti anni; hanno sostituito il personale andato in pensione; hanno acquisito “sul campo” un notevole grado di professionalità; sono destinatari e vittime di un sistema legislativo che - certamente - non hanno scelto, anzi continuano a subire. Per queste ragioni questa amministrazione ha recentemente modificato la propria dotazione organica, rivalutando la funzionalità dei servizi. Ne è emerso un quadro obiettivo all’interno del quale non solo troverebbero legittima occupazione i precari del comune, ma, risorse finanziarie permettendo, anche professionalità esterne. Porre fine in maniera concreta e seria a questa vicenda rappresenta, pertanto, un dovere non solo nei confronti dei lavoratori interessati ma anche attività di tutela della funzionalità degli Enti locali.