con diverse telefonate minatorie, tentò di estorcere denaro ad un tabaccaio di Marsala, in piazza Marconi sia o meno quella del 65enne incensurato Stefano Pipitone oppure no. Ad affidare la perizia è stata, ieri, il giudice dell’udienza preliminare Annalisa Amato, davanti alla quale si svolge il processo con rito abbreviato. Pipitone è imputato per estorsione; avrebbe telefonato da alcune cabine pubbliche per chiedere 30.000 euro alla sua vittima. I fatti risalgono al 2007. Il telefono del tabaccaio era sotto controllo, perchè l'uomo aveva denunciato già alla polizia le prime richieste di pizzo.
Il gup prima di decidere (la Procura ha chiesto la condanna di Pipitone a 2 anni e 4 mesi di carcere), vuol acquisire maggiori certezze. La percentuale (64%) fissata dal consulente dell’accusa circa la possibilità che quella voce possa essere dell’imputato non è stata ritenuta
sufficiente. Sarà compito di Delfino, adesso, valutare e comparare la voce ascoltata nelle telefonate minatorie al tabaccaio con quella di Pipitone.
Nel processo è parte civile l’Associazione antiracket, rappresentata dall’avvocato Peppe Gandolfo. A difendere l’imputato sono gli avvocati Pellegrino e Cimiotta. Prossima udienza il 26 giugno.