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06/04/2012 04:31:42

Sgarbi incandidabile a Cefalù dopo lo scioglimento per mafia di Salemi? Lui dice che "non è vero". E spunta con lui il cugino di un mafioso

Un provvedimento d’incandidabilità potrebbe essere emesso dal Tribunale di Trapani a cui il ministero dell’Interno invia la proposta di scioglimento del Consiglio comunale di Salemi avvenuta il 23 marzo. Il Tribunale valuterà la sussistenza di condotte degli amministratori indicati nella proposta stessa (quindi, anche quella di Sgarbi ove lo fosse) che hanno dato causa allo scioglimento. Se raggiunti da un provvedimento ad hoc del Tribunale, non potranno candidarsi. Ma il critico d’arte giudica le «notizie infondate e diffamatorie» e precisa che «a essere sciolto è stato il consiglio comunale e non il sindaco e la giunta di Salemi».

In base all'articolo 143 della legge 267 del 2000 (il Testo unico sugli enti locali) che dispone lo "scioglimento dei consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso o similare. Responsabilita' dei dirigenti e dipendenti", "gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento" si legge nel comma 11 "non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l'ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilita' sia dichiarata con provvedimento definitivo".

L'Agenzia ITALPRESS dichiara di essere  in possesso della relazione del ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, allegata al decreto di sciolgimento del 23 marzo scorso. La relazione, nella quale vengono spiegati i motivi dello scioglimento, e' prossima alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si legge che a Salemi c'e' stato "uno sviamento dell'attivita' amministrativa" che e' stato reso possibile, se non addirittura agevolato, dalle ripetute assenze del sindaco dal territorio di Salemi; lo stesso primo cittadino ha peraltro piu' volte legittimato e delegato un ex politico (Giuseppe Gianmarinaro, gia' sorvegliato speciale e sottoposto a sequestro preventivo dei beni, per 35 milioni di euro, da parte del tribunale di Trapani, con provvedimento del maggio 2011, ndr) alla gestione dell'attivita' amministrativa dell'ente".

Secondo quanto scrive ancora il ministro Cancellieri, su Salemi "gli aspetti di condizionamento e di illegalita' dell'attivita' amministrativa risultano evidenti in una serie di condotte o procedimenti che hanno caratterizzato l'attivita' dell'ente, quali l'anomala gestione dei beni confiscati, la mancanza di controlli in materia di contributi statali per la ricostruzione, il mancato rispetto del protocollo di legalita' nelle procedure d'appalto, l'illegittima erogazione di contributi economici".
Inoltre - scrive sempre la titolare del Viminale nella relazione in possesso dell'Agenzia ITALPRESS - "la penetrazione di ambienti controindicati ed il conseguente condizionamento della struttura amministrativa sono stati facilitati dalla carente attivita' di impulso e controllo, peraltro generalizzata, dal disordine organizzativo, dalla diffusa illegittimita' delle procedure amministrative".

Ma a mettere nuove ombre su Sgarbi è anche la rivelazione che fa oggi Attilio Bolzoni per La Repubblica: tra i sostenitori del critico d'arte a Cefalù c'è anche l'albergatore Giuseppe "Giusi" Farinella, condannato dalla Cassazione nel 1998 a quattro anni e sei mesi per associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi e materiale esplodente. Ecco uno stralcio dell'articolo:



I fatti. Non sono trascorse neanche tre settimane da quando il Comune di Salemi è stato "sciolto" per mafia e una Porsche rossa s'infila nel posteggio del Sea Palace di Cefalù, l'albergo dove sabato 17 marzo il critico d'arte (e saggista, opinionista, conduttore televisivo, ex deputato ed ex sottosegretario di Stato) annuncia ufficialmente che avrebbe corso per la candidatura a sindaco nella città turistica sotto il santuario di Gibilmanna. Costretto ad andarsene in fretta da Salemi per "commissariamento" e per le sospettissime intromissioni nella sua giunta di Pino Giammarinaro, si rimette in pista per le amministrative di maggio appoggiato da tre liste civiche e da quell'uomo che guida la Porsche rossa. Si chiama Giuseppe Giusi Farinella. 

A volere Sgarbi primo cittadino di Cefalù più di ogni altro è lui, famoso imprenditore della zona che ha un grande albergo e soprattutto appartiene a una "famiglia" di peso. È quella che da un quarto di secolo comanda ai confini della provincia palermitana con il territorio messinese, sono i Farinella di San Mauro Castelverde. L'uomo della Porsche rossa è cugino di Giuseppe, uno della Cupola, incarcerato con sentenza definitiva per le stragi di Capaci e di via Mariano D'Amelio, uno degli amici più fidati di Totò Riina. È figlio di zù Mariano meglio conosciuto come "Marciune" (marcio), noto ai Carabinieri Reali già ai tempi del prefetto Mori e delle sue retate contro i briganti. E poi è se stesso: arrestato su mandato di Giovanni Falcone più di 20 anni fa; condannato dalla Cassazione nel 1998 a quattro anni e sei mesi per associazione mafiosa, estorsione, porto abusivo d'armi e materiale esplodente; sospettato di avere trovato rifugio a Michele Greco  -  il "papa" di Ciaculli  -  durante la sua latitanza. È "Oro colato", come chiamano Giusi Farinella sulle Madonie, il siciliano che brama per avere Vittorio Sgarbi sindaco di Cefalù.

La vicenda è stupefacente. Anche per altro. Quel pomeriggio del 17 marzo, al Sea Palace, tra i fan di Vittorio, seduto proprio accanto, c'è anche Guglielmo Serio, un vecchio magistrato che il 29 febbraio scorso  -  dopo lo scioglimento del Comune di Salemi  -  ha preso i poteri del sindaco e della giunta e li ha tenuti fino a quando si è insediata la commissione prefettizia. Guglielmo Serio, nominato dal governatore Raffaele Lombardo, è stato presidente di sezione del Consiglio di Stato a Roma e poi in Sicilia, presidente del Tar a Palermo, presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa, docente universitario, avvocato e adesso anche supporter di Vittorio Sgarbi pochi giorni dopo che l'avevano chiamato per sostituirlo nel Comune sbaraccato per mafia. Un bell'incastro, non c'è che dire.