I legali degli soci dell’ex imprenditore nel corso dell’ultima udienza hanno riferito le impressioni dei loro assistiti. Ossia che Coppola era un “cittadino al di sopra di ogni sospetto”, nessuno dei suoi soci aveva avuto il sentore che Coppola avesse legami con la mafia.
Coppola secondo l’accusa avrebbe gestito con la complicità di prestanome una serie di società. Dopo l’arresto infatti avrebbe tentato di evitare il sequestro delle aziende smistando le sue quote ad altre persone. L’avvocato Marco Siragusa, che difende tre degli otto imputati, ha parlato di Coppola come ”un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Un cittadino sul quale, per oltre trent'anni, non c'è stato il minimo dubbio. Ce l'ha detto lo stesso pubblico ministero. Ci ha detto anche che Coppola non ha mai speso pubblicamente il nome di Francesco Pace”, capomafia trapanese. Poi Coppola cambiò atteggiamento agli occhi dei suoi ex soci e allora questi, ha dichiarato ancora Siragusa, hanno cercato di limitare i suoi poteri introducendo i consigli di amministrazione all’interno delle diverse società al posto della figura di amministratore unico. Poi l’imprenditore venne arrestato e fu estromesso dalle società. Secondo la difesa degli ex soci non ci sarebbe nessuna prova che inchioderebbe i suoi assistiti e inoltre “non sarebbe configurabile l'aggravante di avere agevolato gli interessi di Cosa Nostra, contestata dall’accusa agli imputati”.
La sentenza dovrebbe arrivare a fine mese.
Francesco Appari