Peggiora sempre di piu' la situazione delle aziende zootecniche costrette a svendere la produzione, al pari del resto d'Italia, dove l'industria ha ridotto drasticamente il valore di acquisto dai produttori. "Non e' possibile che gli imprenditori agricoli che garantiscono il sistema economico di vaste aree della Sicilia, ricevano solo pochi centesimi" affermano il presidente e il direttore della Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione.
"Il mercato del latte - aggiungono - e' dominato dall'industria. Dalla francese Lactalis che ritira il 10 per cento di quello italiano, agli stabilimenti locali. Il pagamento del latte alle aziende avviene sempre piu' dilazionato. Contemporaneamente all'abbassamento del prezzo, il costo dei mangimi e' aumentato di 2 centesimi al chilo. Occorre trovare un nuovo accordo per garantire i produttori. Il latte e' uno degli alimenti determinanti per l'economia agricola regionale che va salvaguardato".
"Bisogna reagire alla forte riduzione dei consumi, registrata negli ultimi tempi - proseguono i vertici dell'organizzazione agricola -. Bisogna incentivare il consumo di latte fresco 100 per cento siciliano con azioni mirate alla produzione di altissima qualita' che garantiscano la chiusura della filiera come quella del fresco. In questo tutte le istituzioni preposte possono avere un ruolo determinante. Inoltre, - concludono Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione - e' indispensabile incentivare azioni promozionali che esaltino il valore nutrizionale dei trasformati. I formaggi siciliani rappresentano le eccellenze produttive che vanno tutelate".