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12/05/2012 04:37:34

Campobello ultimo atto. Sullo scioglimento del Comune per mafia parola al Ministero

Adesso il lavoro degli ispettori è finito. Resta soltanto la decisione finale, quella che non venne presa nel 2008 e che potrebbe invece arrivare adesso, ossia se sciogliere o meno il Comune per inquinamento mafioso. Decisione che spetterà al Ministero dell’Interno.
Gli ispettori sono arrivati a Campobello il 27 dicembre, 11 giorni dopo l’ennesima operazione antimafia nel comune belicino, “Campus belli”. Vengono emesse undici ordinanze di custodia cautelare che decapitano la famiglia mafiosa campobellese vicina al super latitante Matteo Messina Denaro. In manette finisce anche il sindaco Ciro Caravà, per lui l’accusa è pesante: organico al clan.
Eletto per la prima volta nel 2006, Ciro Caravà si riconferma primo cittadino del piccolo centro belicino nel maggio 2011. Appalti pubblici alle aziende legate ai boss, biglietti aerei alle famiglie dei mafiosi, emerge questo e altro ancora a carico di Caravà dalle indagini. Come la doppia veste di sindaco antimafia che urlava e inveiva contro la mafia e poi, di fatto, ne sarebbe stato organico. Tant’è che dopo un comizio in cui non le ha mandate a dire alla mafia dovette chiedere scusa ai famigliari dei boss. Intanto lui resta in carcere dopo che anche la Corte di Cassazione ha rifiutato la richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi legali. Resta in carcere e non si dimette, a tutti gli effetti è ancora sindaco, anche se sospeso dal Prefetto.
Il Comune oggi è commissariato dalla Regione dopo le dimissioni di giunta e consiglio. Proprio per la delicata fase di ispezione e di accertamento dell’inquinamento mafioso si è deciso di non tornare alle urne per eleggere la nuova amministrazione. Troppo presto. I campobellesi dovranno ancora aspettare, per tornare a votare, il responso del Ministero dell’interno. Ma pare proprio che questa volta lo scioglimento del Comune sia vicino.
 

Francesco Appari