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12/05/2012 08:58:51

Rafforzata la sorveglianza su Bernardo Provenzano

Ma sul fatto che due notti fa abbia realmente tentato il suicidio nella sua cella della sezione protetta del penitenziario di Parma sono in tanti, a cominciare dal Dap, a dubitare e a pensare piuttosto a una messinscena, se non a un segnale che ha voluto mandare a chi è fuori dal carcere. Il più prudente è il procuratore di Palermo Francesco Messineo , che reputa "legittima" ogni lettura ("sia che siamo davanti a un reale tentativo di suicidio, sia che si sia trattato di un gesto fatto per 'attirare l'attenzione sulla propria condizione") e che ritiene comunque quanto accaduto "una spia importante di un disagio personale, di una mancanza di equilibrio, soprattutto per un capomafia di quel livello". Ma i nuovi particolari che filtrano sull'accaduto sembrano rendere più consistente l'ipotesi della simulazione. Il boss avrebbe utilizzato una busta di plastica molto piccola, e ha scelto di infilarsela non nel bagno, dove l'immagine delle telecamere è meno nitida, ma nella stanza ripresa dal video molto più chiaramente. Ed è proprio dal monitor che controlla la sua cella che gli agenti del Gom (gruppo operativo mobile della polizia pentenziaria)lo hanno visto proprio quando si infilava il sacchetto in testa, tenendolo con le mani. Anche il momento in cui ha agito non sembrerebbe casuale:dopo la mezzanotte, al momento del cambio di turno tra gli agenti, che sono intervenuti subito. "Chiederò alla Procura di Palermo di aprire un'inchiesta su quanto accaduto a Bernardo Provenzano in carcere", annuncia il suo legale Rosalba Di Gregorio, che ieri aveva sollevato il dubbio di come potesse, il suo assistito in regime di 41 bis, tenere in cella un sacchetto di plastica. Nessun mistero, fanno sapere dal Dap: divieti sono previsti solo per chi manifesta forme di depressione e il capomafia - che è pure gravemente malato - sinora non aveva dato nessun segnale di questo tipo. Un appello al boss- che oggi ha rinunciato a comparire in videoconferenza a un processo davanti alla corte d'assise d'appello di Palermo per omicidio - perché collabori con la giustizia, viene dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: Provenzano, per la cui morte "forse non avrei pianto",ammette Grasso, "sta per morire ma può aiutarci a risolvere dei misteri di questa Italia"