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18/05/2012 09:13:58

Scrive Massimo Bellina, sulla lettera di Don Francesco Fiorino in merito alle elezioni di Marsala

L'apparente carattere apostolico della comunicazione cela malamente la partigianeria di padre Fiorino. Non credo da credente e cattolico per convinzione e non per educazione di potere condividere alcuni degli aspetti di ciò che la lettera intende comunicare. Padre Fiorino traccia l'identikit del suo ideale di sindaco e si esprime in maniera tale da lanciare ai fratelli marsalesi un messaggio subliminale che è a tutti gli effetti una chiara sollecitazione a votare uno dei due condidati a diventare primo cittadino della nostra Città. Quando afferma che Marsala non ha bisogno di un sindaco imprenditore dà in realtà un suo personale contributo alla campagna elettorale di uno dei candidati e si schiera apertamente con quello che non fa l'imprenditore. In breve è come se avesse raccomandato ai suoi fedeli un nome da votare utilizzando il web come un pulpito. La Chiesa per volere divino esercita per definizione un potere spirituale e questo dovrebbe fare comprendere a chi svolge il ministero sacerdotale che intervenire non da privato cittadino ma bensì da autorevole membro della chiesa stessa in questioni politiche senza mantenere la giusta equidistanza tra i contendenti, non è attinente al suo ruolo. Addirittura poi affermare che amici e conoscenti lo abbiano contattato per esprimere il loro allarmismo nei confronti della nomina di un candidato assessore che da sempre si dedica al volontariato e all'assistenza dei più deboli, significa travalicare le più elementari regole della comunicazione ed alimentare dubbi che non hanno ragione di esistere. Ma che tipo di allarmismo o preocupazione può destare l'indicazione del nome di una persona che ha il desiderio di dare il suo riconosciuto contributo, anche in veste pubblica e quindi con più mezzi, a chi soffre e vive nell'indigenza. A Padre Fiorino che stimo per il suo impegno dico che ha sbagliato se il suo intento era quello di indirizzare la scelta verso un nome e se è vero che un sindaco non vale l'altro a questo punto mi sento in diritto di affermare che nemmeno un sacerdote vale l'altro.


Massimo Bellina