Erano prima 52, 13 dei quali già licenziati.
La settimana prossima i lavoratori si riuniranno in assemblea per protestare contro i licenziamenti, mentre la Flai Cgil di Palermo chiede la cassa integrazione straordinaria e contesta l’inadeguatezza della legislazione per le aziende sottratte ai boss.
”Oggi chiude un’azienda confiscata alla mafia malgrado l’esistenza di una normativa come la legge La Torre e nell’anniversario della strage di Capaci”, dice Nuccio Ribaudo, segretario della Flai Cgil di Palermo. L’azienda Provenzano aveva un’esposizione debitoria con le banche pari a 28 milioni.
Il curatore giudiziario era riuscito a rimettere in moto l’azienda, nata con i Patti territoriali, attraverso la valorizzazione di un prodotto di alta qualità, che veniva commercializzato soprattutto all’estero, dalla Grecia a Londra.
”Purtroppo – spiega Ribaudo – le scelte del tribunale di Marsala, che gestiva le indagini sulla precedente gestione, e dell’Agenzia delle Entrate non hanno consentito il pagamento del credito d’Iva maturato dalla Provenzano sotto la gestione giudiziaria (1,8 milioni), generando la rottura degli accordi di consolidamento del debito e causando la morte dell’attività”.