Un comparto, quello olivicolo, che rappresenta il fiore all’occhiello dell’agricoltura siciliana, ma anche non trova una remunerazione adeguata. In media e’ del 30 per cento il crollo del prezzo alla produzione. Importazioni e frodi provocano un ribasso che sta acuendo la crisi dei imprenditori olivicoli’‘. Lo affermano il presidente e il direttore della Coldiretti regionale siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione, commentando l’operazione del Nas che ha scoperto in Toscana, Emilia Romagna e Lazio circa 500.000 litri di olio extra vergine di oliva contraffatto da parte di un’organizzazione che reperiva anche in ambito internazionale (Spagna e Maghreb). ”Anche la Sicilia paga l’altissimo prezzo delle frodi - aggiungono i vertici della Coldiretti – perche’ un olio contraffatto che costa al consumo meno di un euro e’ un colpo inferto ai produttori dell’Isola che proprio sulla qualita’ e sulla sicurezza hanno investito. Negli ultimi anni al produttore agricolo sono andati solo pochi centesimi in piu’ mentre, a livello nazionale, e’ aumentato in modo spropositato la percentuale delle importazioni. Negli ultimi vent’anni piu’ 163%”.
”Un olio che costa pochi centesimi non puo’ essere un olio d’oliva buono – concludono Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione - bisogna sempre stare attenti a cosa si compra. Ma e’ la poca trasparenza il vero problema. Diventa quindi determinante approvare la proposta di legge ‘salva-olio’ Made in Italy e abbiamo sensibilizzato tutti i deputati eletti in Sicil